L'accusa è di aver falsificato i bilanci del Comune di Porto Empedocle per evitare che scattasse il patto di stabilità. L'ex sindaco di Porto Empedocle e poi di Agrigento, Lillo Firetto, è stato rinviato a giudizio.
Il giudice Alessandra Vella, al termine di un’udienza preliminare e di una camera di consiglio durata 6 ore, ha disposto l’approfondimento dibattimentale, ma non per tutte le ipotesi formulate dalla Procura. Firetto ha guidato l’amministrazione comunale di Agrigento fino allo scorso 19 ottobre, quando ha perso al ballottaggio contro Franco Miccihé. Con l’ex sindaco sono stati rinviati a giudizio l’ex dirigente dei servizi finanziari dell’ente, Salvatore Alesci, e 4 revisori dei conti: Francesco Maria Coppa, Rosetta Prato, Carmelo Presti, Enrico Fiannaca. Prosciolto Ezio Veneziano, revisore dei conti per l’anno 2014.
L’inchiesta è nata dopo alcuni accertamenti della Guardia di finanza. Sono 4 le ipotesi di falso in atto pubblico che vengono contestate a Firetto e si riferiscono alle attestazioni fatte nei bilanci che, in sostanza, sarebbero stati «gonfiati», dal 2011 al 2014, inserendo fra le entrate la somma pagata dall’Enel a titolo di misure compensative, per fare in modo che venisse occultato un buco di circa 3 milioni di euro, evitando di incappare nelle sanzioni previste dalla legge per i Comuni che non rispettano il Patto di stabilità. La certificazione è stata redatta anche da sei commercialisti dei collegi dei revisori dei conti.
Il giudice ha disposto il non luogo a procedere, per il solo Alesci, con riferimento al bilancio del 2011: la difesa ha documentato che, quando fu redatto il bilancio, non era a capo del settore finanziario. Proscioglimento per tutti, in relazione all’attestazione del bilancio 2014-2015. Per le altre ipotesi di reato è stato deciso il rinvio a giudizio e il processo si celebrerà, a partire dal 21 gennaio, davanti al giudice monocratico Fulvia Veneziano.
«A giudizio senza un perché. Serve un dibattimento e serve subito». Così l’ex sindaco di Porto Empedocle e di Agigento, Lillo Firetto, commenta la decisione del Gup. «Premesso che rispetto ogni decisione giudiziaria, e comprendo pure che il rinvio a giudizio esprime la mera necessità di un approfondimento dibattimentale. Avrei voluto solo, per come denunciato dalla difesa, capire meglio - dice - di che cosa mi si accusa».
«Tre sono le sentenze assolutorie della Corte dei conti. Eppure - continua - di nuovo a giudizio davanti al giudice ordinario per presunto sforamento del patto di stabilità. Norma che tra l’altro, non eèpiù in vigore . Occorre immediato giudizio nel quale sia dimostrato nel merito il paradosso delle contestazioni. Peraltro non sono stati considerati affatto i cosiddetti 'spazi finanziarì assegnati, allora, ai Comuni con decreto ministeriale e che sono ben rintracciabili in Gazzetta ufficiale».
«Nel corso dell’incidente probatorio per gli anni 2013 e 2014 il problema atteneva l’utilizzo degli spazi finanziari concessi per legge. A quel punto, per dimostrarne il corretto utilizzo, abbiamo prodotto tutti i mandati di pagamento relativi a quegli anni. Mandati non acquisiti dalla pubblica accusa. Mi si rinvia a giudizio per 2013 e non per il 2014. Tutto questo dopo che i medesimi fatti sono stati sviscerati dalla Corte dei conti, giudice naturale nella contabilità pubblica con ben tre diverse sentenze di assoluzione. Un’assurdità», conclude.
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