I consiglieri del centrodestra al Comune di Sciacca hanno chiesto al presidente del consiglio comunale l’immediata convocazione dei lavori consiliari. È ancora alta la tensione dopo la seduta che non si è svolta per mancanza del numero legale quando era all’ordine del giorno dei lavori la mozione di sfiducia al sindaco presentata proprio dal centrodestra e da altri consiglieri, complessivamente dieci. «Si è ancora in attesa di conoscere le determinazioni del presidente del consiglio comunale, in ordine alla riconvocazione del consiglio – scrivono i consiglieri - e si apprende da notizie di stampa che si starebbero effettuando approfondimenti da parte degli uffici circa le determinazioni da assumere, anche alla luce di un parere emesso dal Ministero degli Interni, su richiesta di un Comune italiano, in data 11 gennaio 2004». Il centrodestra torna ancora a sottolineare che in quella seduta non è stata data la parola, per mozione d’ordine e proporre il rinvio del punto, al consigliere Calogero Bono «stante l’assenza giustificata di alcuni consiglieri, prerogativa che gli è stata più volte negata da parte del presidente del consiglio. Così come è stato negato all’intero consiglio di esprimersi su tale proposta». L’abbandono dell’aula, pertanto, secondo il centrodestra, anche da parte dei consiglieri Gianluca Guardino e Paolo Mandracchia, «è stato un chiaro segnale di protesta». La richiesta è firmata da otto consiglieri: Calogero Bono, Gaetano Cognata, Silvio Caracappa, Salvatore Monte, Cinzia Deliberto, Carmela Santangelo, Giuseppe Milioti e Lorenzo Maglienti. Rispetto ai dieci che hanno presentato la mozione di sfiducia mancano Fabio Termine di Mizzica e Teresa Bilello dei Cinquestelle. In ogni caso, sulla base di quanto emerso, sul piano politico, sia prima che dopo quella seduta, non c’era alcuna certezza sui voti necessari, 15, per l’approvazione della mozione. L'articolo completo sull'edizione del Giornale di Sicilia in edicola