Pubblicata venerdì scorso sulla Gazzetta della Regione Siciliana la legge che approva la modifica dei confini dei territori tra i comuni di Agrigento, Favara e Aragona dando così attuazione alla volontà popolare espressa con la consultazione referendaria dello scorso 5 maggio. Si conclude un lungo e travagliato iter iniziato addirittura nel 1993 e che, in oltre cinque lustri di discussioni, incontri, tentativi di intese, nomine di commissioni paritetiche, amministrazioni comunali che si sono avvicendate, ha visto un migliaio di favaresi trovarsi iscritti d'autorità nell'anagrafe del Comune di Agrigento. Operazione consequenziale al censimento della popolazione del 2011 essendo stata dai rilevatori accertata la loro presenza sul territorio del capoluogo, territorio che penetra profondamente in quello favarese costituendo una sorta di enclave. Esprime soddisfazione per il risultato raggiunto il deputato favarese all'Ars Giovanni Di Caro che, da conoscitore della vicenda, è stato il primo firmatario del disegno di legge per la modifica dei confini tra i tre comuni contermini. «Avevo preso l'impegno di portare a termine entro il 2019 la questione - dice -, per certi versi assurda, visto che è capitato che i favaresi con abitazione su suolo agrigentino si sono visti raggiunti da doppie tassazioni per quanto riguarda la tassa rifiuti. Per non parlare di altri servizi che non sono stati mai erogati a causa della complicata posizione territoriale. In un anno si è indetto e celebrato il referendum e si è approvata la relativa legge di modifica dei confini. Questa volta le lungaggini di cui soffre la Regione hanno ceduto il passo alla ragionevolezza regalando un Natale diverso ai cosiddetti abitanti di Favara ovest». L'articolo completo nell'edizione di Agrigento, Caltanissetta ed Enna del Giornale di Sicilia di oggi.