Alla fine ha prevalso il «senso di responsabilità» ed il «piano di riequilibrio» per scongiurare il dissesto del comune di Canicattì è stato approvato. All'unanimità dei sedici presenti seppure con la precisazione di molti del «senso di responsabilità». In molti hanno stigmatizzato il fatto che «l'esecutivo fa le sue scelte e ci obbliga a votare a scatola chiusa.
Oggi -ha sottolineato Di Benedetto- ci obbligate ad un voto con un'assunzione di responsabilità senza sapere nulla ed avere contezza di nulla». Altri consiglieri hanno pure evidenziato che «il piano di riequilibrio appena approvato senza preventiva informazione e possibilità di consultazione dei consiglieri è la testimonianza del fallimento politico ed amministrativo di questo esecutivo in carica ormai da tre anni”.
Le critiche all'esecutivo sono state concordi anche dai banchi della maggioranza che non ha risparmiato la burocrazia e l'ormai ex segretario comunale Domenico Tuttolomondo, ieri all'ultimo giorno di lavoro. Il capogruppo PD Lillo Muratore ha stigmatizzato in capo a Tuttolomondo «la responsabilità di riflesso sul funzionamento degli uffici e dei procedimenti amministrativi provata dal fatto che si arriva all'ultimo momento ed in questo caso del piano di riequilibrio sulla pelle dei cittadini che dovranno sopportare il peso di scelte calate dall'alto».
L’articolo nell’edizione di Agrigento del Giornale di Sicilia
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