AGRIGENTO. In rivolta la base del Pd agrigentino. Un terremoto politico che potrebbe scuotere gli equilibri del partito. A certificare lo stato di malessere, il documento indirizzato ai leader nazionale e regionale, Matteo Renzi e Fausto Raciti e votato a maggioranza da tutti i circoli della provincia (col solo voto contrario di un componente), al termine della direzione di domenica scorsa che ha discusso criteri e metodi nella scelta dei candidati alle elezioni politiche del 4 marzo prossimo. Criteri e metodi che, di fatto, esautorano la base, chiamata solo a ratificare le intese raggiunte a Palermo e a Roma.
«Già le elezioni regionali – sottolinea il segretario provinciale Peppe Zambito – hanno segnato profondamente l'elettorato del nostro partito, dimostrando che le scelte non condivise con l'anima del partito, producono scarso entusiasmo e risultati elettorali deludenti. Parliamo tanto, al nostro interno, di democrazia partecipata, di primarie e poi veniamo scavalcati da decisioni che passano sulla testa dei nostri iscritti, simpatizzanti e militanti, chiamati solo per fare campagna elettorale o allestire gazebo. Il territorio deve avere la facoltà quanto meno di conoscere i metodi e i criteri di scelta del candidato. Ad oggi, e siamo a pochi giorni ormai dall’ufficializzazione delle candidature, questo non è avvenuto».
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