AGRIGENTO. «Con la mano che trema, emozionato, pensando al sacrificio di Rosario Livatino, maestro per la nostre generazioni, martire laico delle istituzioni, testimone credibile del Vangelo, dico grazie alla città di Agrigento e al suo sindaco per avere restituito questo luogo alla memoria, cioè al futuro». E’ quanto ha scritto il segretario Pd Matteo Renzi nel quaderno dei ricordi di chi visita la stanza della memoria dedicata al magistrato Rosario Livatino ucciso dalla mafia nel '90. Renzi e il ministro della Giustizia Andrea Orlando hanno visitato la stanza che era l'ufficio occupato dal magistrato nell’ex palazzo di Giustizia ora diventato sede del Municipio. «A mio giudizio, nella fase che stiamo vivendo, tutto ciò che è memoria, tutto ciò che è recupero della storia del nostro Paese è fondamentale. La memoria dei nostri martiri e dei nostri eroi aiuti soprattutto le nuove generazioni ad essere capaci di avere dei valori altrettanto forti e intensi», ha continuato Renzi. «Oggi il viaggio del Pd, in tutte le province italiane, che si avvia a conclusione, tocca un luogo particolarmente caro alla memoria e alla sensibilità di tutti noi - ha aggiunto - è il luogo nel quale ha lavorato il giudice Rosario Livatino che il 21 settembre del 1990 perse la vita e che è stato un testimone autentico e credibile, come diceva lui, oltre che credente dei valori profondi dell’umanità e della Carta Costituzionale oltre che di una intensa e straordinaria vita di fede che ha aperto la causa per la sua beatificazione». «Sono particolarmente felice che, in questo viaggio in cui siamo venuti a rendere omaggio alla memoria di Livatino, sono assieme al ministro della Giustizia, che è un compagno e collega di partito, ma che è qui come ministro di quel dicastero a cui Livatino apparteneva - prosegue Renzi - sono grato ad Andrea Orlando di essere qua così come sono grato al sindaco Lillo Firetto per averci accolto ma anche per aver deciso di spostare l'ufficio tecnico del Comune per restituire alla memoria il luogo in cui Livatino lavorava». «Vi ringrazio per questo tributo a questo figlio nobile della nostra provincia, contributo anche ai siciliani. Perché, da un lato, abbiamo i mafiosi che erano siciliani e dall’altra parte abbiamo i siciliani stessi che hanno combattuto la mafia e oggi vedono gli esiti che da tempo le nostre generazioni speravano», ha detto il sindaco di Agrigento, Lillo Firetto, rivolgendosi al ministro della Giustizia Andrea Orlando e al segretario del partito Democratico Matteo Renzi.