LICATA. Vive sotto scorta dall'anno scorso, da quando gli è stata incendiata la casa di campagna del padre. Angelo Cambiano è il sindaco antiabusivismo di uno dei Comuni siciliani dove negli anni si è costruito senza licenza a ridosso della spiaggia. E da quando ha deciso di avviare le demolizioni, lui ed il dirigente del Comune di Licata, Vincenzo Ortega, hanno avuto assegnata dal comitato per l'ordine e la sicurezza, la scorta armata, per le minacce subite e per le intimidazioni ricevute. Da pochi giorni è ripresa l'attività di demolizione di immobili abusivi nel territorio comunale di Licata (dopo uno stop tecnico di circa 3 mesi) ed è stata già demolita una villetta in contrada Cavaddruzzu, mentre un'altra in contrada Nicolizia sta per essere rasa al suolo in questi giorni dalla ditta Patriarca di Comiso che ha vinto l'appalto da 500 mila euro del Comune. Il sindaco Cambiano ha scritto una nota al presidente dell'Assemblea Regionale, Giovanni Ardizzone, e a tutti i deputati dell'Ars, in considerazione che il problema non riguarda soltanto Licata, ed in segno di tangibile presenza delle Istituzioni regionali ed allo scopo di dare maggiore incisività alla volontà espressa dall'intera Assemblea, ha chiesto l'adozione di leggi specifiche e di svolgere una seduta dell'Ars a Licata. A tale proposta il sindaco è arrivato dopo aver fatto un lungo e doveroso excursus dell'intera vicenda che ha registrato situazioni "non eque" all'interno di tutto il territorio regionale, e laddove eseguite, non con la stessa determinazione, creando di fatto situazioni di ingiustizia nei confronti di chi è stato duramente penalizzato, con le conseguenze che a tutti sono note per quanto concerne la tutela e il mantenimento dell'ordine pubblico, caratterizzato da proteste, intimidazioni a carico del sindaco e del dirigente del Dipartimento lavori pubblici, (entrambi sotto scorta), arresti, feriti e disordine sociale. “La dimensione del problema – scrive Cambiano nella nota indirizzata ad Ardizzone – è tale da non potere essere affrontata a livello locale da un sindaco e da un dirigente, sia per quanto concerne la tutela e la sicurezza degli stessi, sia per le note difficoltà economiche che gravano su tutti i Comuni della Regione. Per di più in un Comune, Licata, dove soltanto a fine marzo 2016 si ha avuto contezza dello sforamento del Patto Stabilità per l'esercizio 2015, dove la insufficiente disponibilità di cassa ha più volte costretto la sospensione di importanti servizi, e, dove il costante ricorso all'anticipazione comporta un aggravio di spese dovute agli interessi a cui il Comune è costantemente sottoposto. Da qui le richieste, rimaste inascoltate e prive di riscontro, già da tempo avanzate da questo Comune affinchè le attività e gli adempimenti sanzionatori dell'abusivismo edilizio, fossero intraprese da un coordinamento quanto meno regionale, affidato ad organi e strutture operative sovra comunali. Così come "inascoltato è rimasto l'appello rivolto agli Organi del Governo Regionale ad ottemperare quanto previsto dalla legge vigente nei confronti dei Comuni dove non si demolisce, dove i procedimenti sono insabbiati, dove la Regione doveva inviare gli ispettori per uniformare in tutta la Sicilia i procedimenti che oggi sarebbero tutti allo stesso livello di attuazione, quello della demolizione, dando il senso del rispetto della giustizia e delle regole uguali per tutti. Perchè – scrive ancora il Sindaco – se così fosse stato, oggi, a Licata, nessuno avrebbe da recriminare e tutti comprenderebbero e accetterebbero il rigore della legge. Ed invece, il Sindaco di Licata non ha argomenti da opporre a quanti reclamano l'ingiustizia di essere soli o quasi a subire le demolizioni, perchè la Regione non è riuscita, nemmeno con i previsti interventi sostitutivi, ad intervenire negli altri Comuni. Ed è lo stesso sindaco, che alla pari dei proprietari degli immobili, sta subendo il "peso" delle demolizioni, a pagare il conto di anni di cattiva amministrazione del territorio, a dovere agire a fronte di chi non ha agito negli ultimi trenta anni, a dover affrontare una problematica mai seriamente affrontata e per questo irrisolta". Angelo Cambiano, torna ad appellarsi alla Regione, "con la speranza - si legge ancora testualmente nella lettera - che, in particolare, l'intervento dei Deputati Onorevoli eletti nell'Agrigentino: Michele Cimino, Giovanni Panepinto, Roberto Di Mauro, Salvatore Cascio, Vincenzo Fontana, Matteo Mangiacavallo, Gaetano Cani, Margherita La Rocca Ruvolo, e mossi da una sensibilità alla problematica che certo non può mancare, possa essere fondamentale e decisivo nell'affrontare in modo risolutivo la problematica”.