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Demolizione dei manufatti abusivi a Lampedusa, intesa tra Comune e Procura

AGRIGENTO. La Procura di Agrigento e il Comune di Lampedusa hanno sottoscritto un protocollo d’intesa per la demolizione dei manufatti abusivi. Dopo i protocolli siglati con Agrigento, Licata, Palma di Montechiaro e Favara anche in questo caso c'è l’indifferibile necessità di restituire legalità a un settore particolarmente travagliato qual è quello dell’edilizia residenziale.
A sottoscrivere il protocollo sono stati il procuratore Luigi Patronaggio e sindaco delle Pelagie Giusi Nicolini.

Le sentenze passate in giudicato, per abusivismo edilizio a Lampedusa, sono 54. In molti casi non sono interi immobili da radere al suolo, ma piccoli abusi. Ma a Lampedusa c'è da analizzare il caso di Cala Creta e stabilire se si sono realizzate costruzioni prima del 1978, quando è entrato in vigore il divieto di inedificabilità assoluta nella fascia di 150 metri. Poi ci sono le richieste di sanatoria, migliaia inevase, presentate nell’85 e nel 1994 e nel 2003, ha spiegato il sindaco Giusi Nicolini.
«Occorre capire, caso per caso, cosa si può sanare con le tre leggi. Dopo aver fatto questo, qualora non si potesse sanare, va avviato l’iter di acquisizione del bene al Comune. E in questo iter - aggiunge il sindaco - rientrano le sanzioni che si possono elevare quando si nega la sanatoria».

A Lampedusa l’iter delle sanatorie sembra però essersi impantanato. E questo perché l’ufficio competente non ha il personale necessario a fronteggiare le istanze che si sono accumulate nel corso degli anni. (ANSA).

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