CANICATTI'. Le coalizioni politiche organiche ed omologhe al governo regionale e nazionale a Canicattì, con sempre maggiore probabilità, non ci saranno alle prossime amministrative del 5 giugno. Non ci dovrebbero essere neanche gli schieramenti organici di opposizione a conferma che le elezioni amministrative, per quanto ci si sforzi di politicizzarle, sono una cosa a sé stante. A Canicattì, forse più che altrove, per la presenza di ruggini tra i leader locali di Ncd, Udc e Pd. In questo momento chi sembra del tutto libero da gabbie di schieramento e condizionamenti di sorta è l’uscente sindaco Vincenzo Corbo che ieri sera ha confermato di stare dentro «Sicilia Futura» e di dover esprimere un proprio candidato sindaco per un’eventuale coalizione infarcita di liste civiche. Ieri sera l’ufficialità alla presenza dei leader di Sicilia Futura cioè Salvatore Cardinale, Salvatore Cascio e Michele Cimino. Vacilla la ventilata candidatura a sindaco di Gaetano Rizzo, attuale numero due dell’esecutivo Corbo ma ci sarebbero altri «mal di pancia» tra le fila di quella che ottimisticamente è stata definita da qualcuno «corazzata Corbo». «Avverto il momento di particolare responsabilità politica -dice l’uscente Vincenzo Corbo, alla fine del suo secondo mandato consecutivo- e proprio per questo ogni scelta deve essere condivisa al massimo a vantaggio del futuro di questa città». Altri incontri sono previsti in settimana anche per l’Udc che sembra ormai certo non poter andare assieme a Pd che proporrebbe come candidato sindaco il vincente delle primarie del 3 aprile, e a Ncd che ha in Ivan Paci il candidato voluto da Angelino Alfano. «Siamo fedeli alle nostre posizioni e al mandato ricevuto dai nostri elettori -dice Angelo Caico- ma è chiaro che non accettiamo imposizioni e preclusioni. In ogni caso ancora c’è tempo per discutere e mediare ma a parità di posizioni». L’ormai certezza che a giugno si voterà il sindaco in maniera disgiunta da liste e coalizioni rafforza la percorribilità di «liste fai da te» con candidati forti. Tra questi ritornerebbe in considerazione la candidatura dell’avvocato Giovanni Salvaggio per la Fiamma Tricolore che in maniera trasversale raccoglierebbe consensi e che dovrebbe poi dimettersi da presidente dell’Ipab «Burgio Corsello». Ad oggi restano certe oltre a Paci, le candidature autonome di Gioacchino Asti, dell’ex sindaco Antonio Scrimali e del «grillino» Sandro Marchese Ragona. I «boatos» delle segreterie però non escludono candidature di disturbo e «fai da te» che avrebbero solo il compito di parcellizzare il voto per poi giocarsi tutto al ballottaggio del 19 giugno.