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Tassa di soggiorno ad Agrigento, il "sì" di Firetto

La nuova amministrazione si fa avanti e sta studiando un piano non solo per l’applicazione dell’imposta, ma soprattutto per l’utilizzazione dei cospicui fondi

AGRIGENTO. Tutti pazzi per l'imposta sul soggiorno. Anche l'amministrazione comunale neo eletta, con a capo il sindaco Lillo Firetto, intende introdurre l'applicazione di questa "tassa" tanto contestata dagli albergatori ed in passato oggetto di scontro politico in città. Tanto è vero che il tentativo portato avanti dall'ex commissario straordinario, Luciana Giammanco, nel mese di dicembre del 2014, non è andato a buon fine ma solo per un paio di voti.

Era stato il "vecchio Consiglio comunale", quello di "Gettonopoli" a bocciare la proposta del commissarioper rimpinguare le casse comunali: 9 consiglieri hanno votato no, contro gli otto voti favorevoli, alla delibera che sarebbe decorsa da oggi, primo luglio 2015. Se fosse passata, ogni turista avrebbe pagato nei B&B fino a due stelle un euro, due euro in quelli a tre stelle, un euro e cinquanta negli alberghi a tre stelle, due euro per i quattro stelle e due euro e cinquanta centesimi per i cinque stelle. Un euro, invece, per tutte quelle strutture classificate in casa vacanze, affittacamere e alberghi a una sola stella. Le strutture ricettive avrebbero poi dovuto corrispondere l'importo al Comune. Ecco quindi che la nuova amministrazione si fa avanti e sta studiando un piano non solo per l'applicazione dell'imposta, ma soprattutto per l'utilizzazione dei fondi.

 

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