AGRIGENTO. Il passaggio di consegne, da un politico all'altro, è virtuale. Marco Zambuto non è più sindaco di Agrigento da un anno. Dal 13 giugno scorso, per la precisione, da quando si è dimesso, prima che arrivasse la sospensione della carica per effetto della legge Severino, in seguito ad una condanna, in primo grado, a 2 mesi e 20 giorni di reclusione per abuso di ufficio. Condanna cancellata, con formula piena, dopo che è arrivata l'assoluzione della Corte d'Appello di Palermo. Per 11 mesi ha fatto da sindaco e giunta, e poi anche, dopo il caso delle 1.133 commissioni svolte nel 2014, da consiglio comunale, il dirigente generale del dipartimento Funzione pubblica dell'assessorato alle Autonomie locali della Regione, nominato commissario straordinario, Luciana Giammanco. Virtualmente, dunque, adesso, le consegne passano da Marco Zambuto, del Pd, a Lillo Firetto, neo sindaco, schierato da Udc, Nuovo Centrodestra, Pd e diverse liste civiche.
Avvocato Zambuto, quale dovrà essere oggi la chiave vincente per segnare la rinascita della città?
«È necessario che si recuperi un clima di armonia per affrontare i tanti problemi che ci sono. Soltanto con l'armonia e la collaborazione di tutti si potrà fare molto e fare bene. Al neo sindaco di Agrigento, Calogero Firetto, auguro di cuore un proficuo lavoro per il bene di Agrigento».
Quali sono le emergenze che Firetto dovrà affrontare e risolvere?
«La mia amministrazione ha affrontato l'emergenza depurazione ed ha evitato il dissesto finanziario del Municipio. Il problema però è rimasto. Serve pertanto una strada nuova ed alternativa. E poi c'è il tema dei servizi alla città. Serve recuperare risorse economiche. L'impegno di tutti deve essere risanare e offrire i servizi, dunque trovare nuove risorse per la città. Ci sono tanti progetti presentati che riguardano le strutture sportive, la riqualificazione del centro storico. Non bisogna perderli».
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