AGRIGENTO. "Ha vinto la voglia di fare. Ha vinto la voglia di lasciarsi alle spalle polemiche sterili ed invettive. Agrigento ha bisogno di un governo, un buon governo. Ed io, se eletto, farò di tutto per sanare le ferite sociali ed economiche del nostro territorio e ricucire gli strappi". Lo ha detto l'imprenditore Silvio Alessi, patron dell'Akragas calcio, che ha vinto le primarie della coalizione "Agrigento 2020". "Io vorrò governare nel segno del dialogo aperto con tutti - ha chiarito - perché Agrigento non si salva da sola, ha bisogno di tutti".
"Silvio Alessi è candidato a sindaco di Agrigento per dare una buona amministrazione alla città e non per una sua personale carriera politica. La sua candidatura è, e rimane, espressione di una società civile". Lo dice il coordinatore del Pdr di Agrigento William Giacalone. "Il Pdr - aggiunge - chiamerà tutti gli agrigentini a sostenere un'amministrazione scevra da vecchie logiche ed aperta al contributo di tutti i cittadini onesti che sentono l'orgoglio di appartenere a questa città, con il contributo di coloro i quali amano Agrigento anche stando fuori per motivi professionali". "Il Pdr - aggiunge - chiamerà tutti gli agrigentini a sostenere un'amministrazione cittadina scevra da vecchie logiche ed aperta al contributo di tutti quei cittadini onesti che sentono l'orgoglio di appartenere a questa città, con il contributo di coloro i quali amano Agrigento anche stando fuori per motivi professionali". "Il mio pensiero - dice Giacalone - va al rettore dell'università La Sapienza, alla famiglia del nostro concittadino Luigi Pirandello, a Michele Guardì con la sua grande capacità organizzativa e di comunicazione, ed anche a Nuccio Dispensa che sapranno non tradire i suoi concittadini affermando la sua agrigentinità".
"Cronaca di una morte annunciata, quella della Politica". Così il deputato di Sel Erasmo Palazzotto sulle primarie di Agrigento, sottolineando che "non è un problema soltanto per il Pd, ma per la politica, perché si perde di credibilità se in nome del potere si annullano le differenze". "Non ho sentito in questi giorni molte voci indignate nel Partito democratico siciliano - aggiunge l'esponente di Sel - al massimo quella di qualche dirigente di minoranza intento a criticare chi fa altre scelte per dare prova di affidabilità". "In una città come Agrigento, umiliata e mortificata da classi dirigenti pessime che hanno dato vita alla fiera del trasformismo, non si può far finta di niente - conclude Palazzotto - agli iscritti del Pd chiedo di ribellarsi, di alzare la testa e di riconquistare la dignità e la moralità della politica".
"Un Pd 'Afflitto' dalle Primarie. È questo l'unico commento che si può fare. Le chiacchiere del lunedì da Bar Sport li lascio a chi ha straperso in casa e si accontenta di contare i tifosi. Ma i numeri dicono un'altra cosa: il candidato del Pd, sostenuto da autorevoli esponenti locali e nazionali, ha ottenuto 800 voti, molto meno degli iscritti al Pd di Agrigento e solo un terzo dei voti dell'uomo di Berlusconi. Basterebbe solo questo per mandare in panchina i protagonisti questa sconfitta". Lo dice il deputato regionale del Pd, Fabrizio Ferrandelli, commentando il risultato delle Primarie di Agrigento e sottolineando che "ad Agrigento siamo alla cronaca di una morte annunciata, la morte della speranza di cambiare verso alla politica".
"Non va trascurato che alle urne sono andate 4.150 persone. Per noi è il segnale di una voglia di cambiamento e partecipazione". Lo dice il presidente dell'assemblea del Pd siciliano, Marco Zambuto commentando le primarie della coalizione "Agrigento 2020". E il segretario provinciale del Pd, Giuseppe Zambito, aggiunge: "La gente ha sentito come sue queste consultazioni, sono state le primarie del centro sinistra ma anche della società civile".