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Diomede agli agrigentini: «Patrimonio culturale da sfruttare meglio»

Nel suo intervento finale il prefetto ha rivolto un pensiero al cardinale Montenegro: «Ascoltate Don Franco, immensa risorsa per la città»

AGRIGENTO. In una città guidata ormai soltanto da commissari straordinari, nella giornata conclusiva della Sagra, lo spunto di riflessione forse più interessante, arriva da una persona che agrigentino lo è d’adozione. A sferrare quello che ai più disattenti è potuto sembrare un «pugno nello stomaco», è stato ieri il prefetto Nicola Diomede che ad Agrigento vive ormai da anni.

«Approfitto di questo palco - ha detto al termine della manifestazione al Pirandello - per dire una cosa agli agrigentini. Dovete volervi molto piu bene. Dovete valorizzare l’immenso patrimonio che avete e imparare avivere di questo. Non c’e niente ad Agrigento che ricordi l’esistenza della Valle dei templi, tranne qualche negozio di souvenir ma niente che pubblicizzi al massimo l’immenso patrimoio potenziale di ricchezza. E non c’è nulla nella Valle che inviti a visitare il cuore antico della città. Nei giorni scorsi, in occasione delle celebrazioni per San Gerlando ho visitato per la prima volta la biblioteca Lucchesiana che è qualcosa di meraviglioso. Mi chiedo quanti agrigentini la conoscano e quanti turisti arrivando in città sanno come fare per visitarla esiste qualcosa che indica che esiste?».

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