Manifestazione degli agricoltori e degli allevatori questa mattina davanti alla prefettura di Palermo. Prosegue la protesta già inizia nei giorni scorsi contro le politiche dell’Unione Europea, del Governo e della Regione che «favoriscono la vendita di prodotti non salubri a danno di quelli siciliani», dicono i produttori. Secondo i manifestanti le istituzioni non si occuperebbero di tutelare le aziende siciliane, neanche di fronte ai danni subiti dalle aziende, stimati in 300 milioni di euro, per la peronospora, una malattia delle piante.
Tra gli altri punti «caldi» c’è la richiesta di misure concrete a sostegno dei produttori che si sentono «schiacciati dai costi di produzione schizzati alle stelle», anche a causa dell’aggravio imposto dalle leggi che - spiegano in un documento - reinseriscono l’Irpef per i coltivatori diretti.
Nei giorni scorsi l’assessore all’Agricoltura, Luca Sammartino, ha dato notizia della pubblicazione di un decreto, per cui sarebbero previsti solo 25 milioni di euro, che individua le zone interessate per far sì che i lavoratori possano beneficiare di un’integrazione salariale. Misure che non basterebbero a dare sostegno ad un settore in crisi.
La protesta nell'Agrigentino
L’inutilizzabilità, che dura ormai da mesi, dei 33 milioni di metri cubi di acqua del lago Arancio, è solo una delle ragioni al centro della protesta dei produttori agricoli di Sciacca e Menfi, che questa mattina hanno promosso un corteo di trattori, lungo la statale 115.
«Abbiamo avuto l’adesione di duecento colleghi, ma la questura ha autorizzato non più di una ventina di mezzi a sfilare», dice Nino Ciaccio, presidente del movimento Terra è Vita, promotore della iniziativa insieme a Giuseppe Gulli, responsabile del Circolo Unione Rinascente dei Menfi.
«Siamo in ginocchio, la mancanza di acqua ha letteralmente dimezzato i nostri raccolti, soprattutto l’ortofrutta, a partire dai carciofeti», dice Gulli.
La presenza dell’alga rossa sui fondali del lago Arancio ha bloccato l’erogazione idrica dal bacino. Le numerose analisi effettuate dall’Arpa non hanno ancora permesso di scongiurare possibili pericoli. A peggiorare la situazione è arrivato anche lo stop all’utilizzo della linea di adduzione tra le dighe Garcia e Arancio, tuttora in manutenzione.
Gulli attacca l’Unione europea: «Attività produttive come la nostra vengono continuamente vessate, ormai Bruxelles opera solo a favore delle multinazionali, le piccole e medie imprese agricole sono state abbandonate, si spendono risorse solo per fornire armi ai paesi in guerra».
Presenti alla manifestazione anche i sindaci di Sciacca, Menfi e Sambuca di Sicilia. «Siamo al fianco dei produttori, chiediamo di essere coinvolti nelle decisioni che vengono assunte», ha detto Vito Clemente, primo cittadino di Menfi.
Caricamento commenti
Commenta la notizia