Dimezzato nell’ultimo anno e mezzo il prezzo dei gamberi a Sciacca. È passato da 30 a 16 euro per 6 chili di pesce, quanti ne contengono le cassette utilizzate. «Una situazione che è diventata insostenibile e che, unitamente a una serie di altri problemi che, ormai tra pochi giorni, si manifesteranno, non potranno che determinare un autunno caldo per il settore». È il presidente della cooperativa di pesca Madonna del Soccorso, Salvatore Scaduto, a lanciare un grido d’allarme, a pochi giorni dalla fine del periodo del fermo per i natanti. Il gambero rappresenta il 70 per cento dell’intero prodotto ittico che viene pescato dai natanti di Sciacca. Fino al 31 ottobre anche la flotta peschereccia di Sciacca rimarrà in porto per il fermo di pesca e poi, tutti insieme, i natanti potranno tornare in mare. «Anche questa possibilità non giova certo al settore – dice Scaduto – perché avremo un’abbondanza di prodotto in un periodo, quello del mese di novembre, in cui la domanda diminuisce e questo non potrà che tenere i prezzi bassi». E poi c’è la questione gasolio, sempre in primo piano e con il prezzo del carburante che è in crescita. «Al momento il gasolio per la pesca costa 85 centesimi al litro – dice Scaduto – ma siamo reduci da periodi in cui lo abbiamo acquistato 78 centesimi. Un prezzo alto del gasolio contribuisce a determinare situazioni maggiormente critiche che si preannunciano in un autunno non sereno per il nostro settore». Ad agosto del 2022 il prezzo del gasolio per la pesca era un euro al litro con difficoltà ancora maggiori a Sciacca e per le barche della flotta saccense. «Non sempre copriamo le spese», sottolinea Scaduto. Fino al 2021 il carburante per la pesca veniva acquistato da 35 a 40 centesimi al litro. Anche la vendita del pesce non è delle migliori perché il prodotto fresco non è sufficientemente apprezzato. Gli armatori sottolineano in ogni occasione che una battuta di pesca, ad oggi, ha un costo per il gasolio troppo elevato e che la vendita del pescato non riesce a coprire neanche questa spesa. La ripresa, dopo il periodo del fermo di pesca, avverrà, pertanto, in un quadro di estrema criticità e non potrà essere certo un minimo di vendita in più ai privati, attraverso il «mercato del pescatore», in grado di soccorrere il settore. Si attende un’inversione di tendenza che al momento non arriva e che tiene il comparto pesca sempre sul piede di guerra. (*GP*)