Quindici anni, e non è ancora finita, per una causa per confermare la richiesta di mobilità di una dipendente dell’Asp. Una donna di 62 anni di Ravanusa che dopo la decisione della Cassazione ha acquisito il diritto a continuare a prestare servizio al poliambulatorio del distretto di medicina di base di Canicattì, dell’Asp di Agrigento. Lo hanno deciso i giudici della Suprema Corte che hanno annullato con rinvio una sentenza della corte d’appello.
La vicenda va avanti dal 2007 quanto la donna, dipendente dall’Asp di Enna, aveva presentato istanza di mobilità e si era spostata all’Asp di Agrigento. Dopo due anni un’altra dipendente impugnava al tribunale di Agrigento il provvedimento sostenendo che il posto spettava a lei. Ricorso accolto dal tribunale di Agrigento.
Contro questa decisione ci sono state diverse decisioni che avrebbero più volte ribaltato l’esito a favore dell’una o dell’altra lavoratrice. Adesso la lavoratrice di Ravanusa, assistita dagli avvocati Girolamo Rubino e Mario La Loggia, ha presentato ricorso alla Cassazione che ha annullato la decisione dei giudici di Appello.
«La Cassazione ha evidenziato - spiega l'avvocato Rubino - come del tutto correttamente l’Asp di Agrigento, in virtù della normativa in vigore all’epoca dei fatti, aveva accettato la richiesta di mobilità della mia assistita, rimarcando non solo come la contrattazione collettiva di categoria non prevedesse nessun obbligo di procedere, in assenza di una pluralità di domande, ad alcuna procedura comparativa, ma anche che a fronte di una domanda di mobilità e di un posto vacante in organico, l’Asp correttamente aveva esaminato tale domanda essendo contraria a ogni logica qualsivoglia ipotesi di accantonamento della domanda nell’attesa di altre che potrebbero essere presentate in epoca successiva, pena il rischio di ledere irrimediabilmente i principi di efficienza e di buona amministrazione e, soprattutto, di compromettere le necessità assistenziali che l’Asp è istituzionalmente deputata ad assolvere».
La Corte di Appello di Palermo dovrà nuovamente pronunciarsi tenendo conto di quanto affermato dalla Cassazione. La signora di 62 anni continuerà a prestare la propria attività alle dipendenze dell’Asp di Agrigento.
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