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Italcementi, Cisl: "No alla chiusura dello stabilimento di Porto Empedocle"

"La strategia del carciofo non ci è mai piaciuta". Lo dice il segretario generale Ust Cisl Agirgento-Caltanissetta-Enna, Emanuele Gallo, commentando la decisione di Italcementi di chiudere lo stabilimento di Porto Empedocle. "Non vogliamo che questo disimpegno interessi l'intera Sicilia - ha detto il segretario generale di Filca Cisl Sicilia, Paolo D'Anca - per questo riteniamo fondamentale che l'azienda faccia chiarezza anche sul sito di Isola delle Femmine. È forte il sospetto che Italcementi stia sfruttando la particolarità del momento decretando l'eutanasia del sito di Porto Empedocle".

"Se mettiamo in fila gli eventi - prosegue D'Anca - non ci sembra casuale che l'azienda decida la soppressione della produzione di Porto Empedocle subito dopo le amministrative e in piena recrudescenza dell'emergenza da Coronavirus. Quindi cosa fa? Blocco definitivo degli impianti, cassa integrazione per i dipendenti e trasferimento in altri siti di quanti non potranno andare in esodo. Sullo sfondo rimane un territorio che perde un'importante risorsa economica e consegna lo stabilimento empedoclino all'oblio del tempo nonostante l'intenzione dichiarata da Italcementi di favorire una riconversione che viene però delegata a imprenditori, tutti da trovare".

"Non ci rassegniamo a questo triste epilogo - ribadisce Gallo - perchè si è ancora in tempo per trovare degne soluzioni partendo dalla dichiarata disponibilità del Prefetto Maria Rita Cocciufa, d'insediare un tavolo, attivando tutte quelle misure previste dall'Europa in tema di riqualificazione del personale. Ma vogliamo pure che il governo nazionale, quello regionale, le istituzioni locali e le organizzazioni sindacali confederali agiscano presto favorendo l'insediamento del tavolo di confronto".

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