Terzo mese senza integrazione per l'ultimo gruppo di dipendenti approdati al Comune di Sciacca, i 72 ex lavoratori socialmente utili stabilizzati a novembre del 2019 e che svolgono 18 ore settimanali. Da precari ne svolgevano 21 e la decurtazione si è resa necessaria per procedere alla stabilizzazione e sulla base delle risorse disponibili da parte del Comune. Questa mattina, a palazzo di città, incontro tra l'amministrazione comunale ed i sindacati per fare il punto della situazione. «Stiamo lavorando - dice l'assessore comunale alle Risorse Umane del Comune di Sciacca, Fabio Leonte - e speriamo di trovare una soluzione. Stiamo percorrendo tutte le strade possibili». Si tratta di lavoratori molti dei quali di categoria A e pochi di categoria B. L'arrivo di questo personale al Comune di Sciacca è avvenuto più di 20 anni fa, durante l'amministrazione della giunta Messina e, tranne un intervento statale, negli ultimi anni, sono sempre stati a carico del Comune. Per altri precari è stato possibile, negli anni, procedere ai contratti beneficiando dell'intervento della Regione. Questo gruppo di 72 (inizialmente oltre un centinaio) si sono trovati nella stessa condizione di pochissimi altri precari in Italia e dunque totalmente a carico del Comune. Negli anni si sono valutate diverse opzioni, ma soltanto tre mesi fa è stato possibile intervenire con la stabilizzazione di questi lavoratori con contratto a 18 ore settimanali. Per l'integrazione delle ore si è rimandato anche alla disponibilità di maggiori risorse per il Comune con i pensionamenti del personale. Ogni lavoratore operando tre ore in meno rispetto al passato perde un centinaio di euro «e questo incide tanto in stipendi di circa 800 euro mensili», fanno notare questi dipendenti del Comune di Sciacca. L'articolo completo del Giornale di Sicilia in edicola