AGRIGENTO. Nessun requiem. L’università di Agrigento è viva e vegeta. Parola di
Giovanni Di Maida, il vice presidente del Consiglio d’amministrazione del Cua, il consorzio universitario agrigentino che non si reputa preoccupato per le sorti della struttura culturale.
«Se l’Università di Palermo ha deciso di disimpegnarsi dal Polo di Agrigento – dice Di Maida – è solo un scelta di cui prendiamo atto. Del resto è da
tempo che assistiamo a questa scena. Sono state chiuse facoltà importanti e si pensa ad accentare a Palermo altri corsi, ma sono state decisioni prese in autonomia dal rettore e dall’Ateneo. Con Palermo c’è un contenzioso che va avanti da tempo e loro hanno fatto le scelte che hanno ritenuto opportuno fare. A noi del Polo di Agrigento
– aggiunge Di Maida – dispiace assistere a questo depauperamento, ma dall'altra parte non possiamo stare fermi ed assistere alla morte dell’università nella nostra città. Università che non chiuderà».
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