LICATA. A Licata torna l’incubo delle cosiddette “cartelle pazze”, bollette delle tasse comunali che, secondo molti cittadini, sarebbero esorbitanti. A lanciare l’allarme è l’associazione Anteas, presieduta dall’ex sindaco Antonino Amato, che ha chiesto un incontro urgente al primo cittadino in carica, Angelo Cambiano, per affrontare la questione. «Ci sono pervenute – scrive Anteas in una nota diffusa ieri - lamentele e segnalazioni da parte di nostri associati e cittadini di Licata relative alla riscossione della Tari (la tassa sui rifiuti) da parte della società Engineering, in quanto sono pervenute delle cartelle “pazze”, irregolari, relative a case non abitate e prive di contratti di fornitura sia idrica che elettrica, per cui, in base al regolamento comunale, la Tari non deve essere pagata». Nel corso del direttivo dell'Anteas, del quale insieme al presidente Amato fanno parte Alberto Caffarello, Benedetto Cosenza, Mirko Amato, Calogero La Marca, Giuseppe Cellura, Salvatore Napoli, Angelo Ballistreri e Antonio Napoli, si è discusso «anche sull'Iva al 10 per cento (importo 574.851,69 euro) e sugli ulteriori costi amministrativi relativi all'accertamento, alla riscossione e del contenzioso (per un importo 410.409,09 euro) che gravano sui costi della riscossione della Tari, e di conseguenza gravano – aggiunge l’associazione Anteas - sulle spalle della cittadinanza».