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«È stato un anno da dimenticare», triste bilancio della Cgil provinciale di Agrigento

Per il segretario Massimo Raso, la politica a vari livelli, non è stata in grado di dare risposte concrete

AGRIGENTO. «Il 2014 è stato, sotto troppi punti di vista, un anno da dimenticare per questo ci auguriamo che quello che arriva, sia l’anno delle risposte». È l’auspicio lanciato dal segretario generale della Cgil agrigentina Massimo Raso a bilancio di 12 mesi di attività sindacale inserit ain un contesto politico e sociale mai così delicato. «Il livello dell’occupazione in provincia - ricorda Raso - è sceso ai livelli del 1977, così come aumentano le famiglie in condizioni di povertà relativa ed assoluta.

A nostro avviso, nessuno dei problemi che atavicamente vive questa provincia è stato affrontato e risolto mentre continua una presenza oppressiva di forze criminali di tipo mafioso». Raso considera inoltre «stucchevole», consolarsi con i recenti dati di Italia oggi che sembrano essere migliori di quelli del Sole24 Ore ma che comunque relegano il territorio agli ultimi posti nazionali per la qualità della vita. «Agrigento e la sua provincia - aggiunge il segretario - continuano a confermarsi come la terra delle occasioni perdute, ricca di potenzialità e povera di concrete ipotesi di sviluppo, condannata agli ultimi posti delle classifiche da questa sua incapacità di ribellarsi, di costringere una classe politica inetta, a trasformare queste potenzialità in ricchezza e sviluppo».

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