Agrigento

Domenica 28 Settembre 2025

Ad Agrigento la mostra sull’oggi

La città di Agrigento si racconta attraverso Concordia: dialoghi sui paesaggi sociali, una mostra diffusa che mira a creare spazi di riflessione su questioni cruciali nell’attuale panorama artistico e socio-politico. Quella che gli anglofoni chiamano multi-venue exhibition, è un grande progetto culturale che per i prossimi mesi animerà l’antica Akragas e i suoi spazi più significativi. Non un’unica esposizione, ma un percorso itinerante che si snoda tra la Valle dei Templi, la chiesa di Santa Sofia, il Teatro Pirandello, il Giardino della Kolymbethra e il museo archeologico regionale Pietro Griffo. Certo il titolo non è un caso: la Concordia è il tempio simbolo della città, ma anche un concetto che rimanda al dialogo, all’armonia e all’unità. Proprio da qui prende le mosse l’idea progettuale che unisce archeologia, arte contemporanea e comunità. La mostra corale, non chiusa in un contenitore bensì situata, in stretto contatto con le realtà creative del territorio agrigentino, è in collaborazione con l’Instituto Cervantes, prodotta da Agrigento Capitale Italiana della Cultura 2025 e parte del dossier di candidatura. La curatrice Esther Regueira (insieme all’altra Lisa Mazza), ha affrontato temi di grande attualità come le migrazioni e i conflitti con una visione profondamente femminista. Coinvolti numerosi artisti internazionali, musicisti, registi, filosofi, artigiani, esperti di giardini, chiamati a riflettere sulle condizioni sociali di oggi in una serie di colloqui e scambi aperti alla città. Concordia: dialoghi sui paesaggi sociali, pone al visitatore domande che costringono ad andare oltre le prospettive tradizionali, sfruttando l’immaginazione e ridando nello stesso tempo voce, a chi non ce l’ha. Un «progetto situato», cioè consapevole del luogo e del tempo in cui agiamo, in stretto contatto e confronto con le realtà creative del territorio agrigentino. Dal 27 settembre al 23 novembre, la chiesa di Santa Sofia ospita una collettiva basata sui dialoghi tra passato e presente per immaginare altri futuri e una riflessione sul concetto di conflitti e resistenze. In esposizione le opere dello spagnolo Alonso Gil, delle peruviane Alonso Gil e Daniela Ortiz, del belga Francis Alÿs, dell’eritrea Muna Mussie, dell’americana Robin Kahn, del giapponese Robin Kahn e dell’agrigentino Salvatore Errore. In una vetrina, pagine de L’abicì della Guerra di Bertold Brecht. La chiesa di Santa Sofia insiste sull’atrio dove si apre il Teatro Pirandello che invece ospita l’installazione – Cradle, sorta di culla - gabbia in metallo - opera dell’artista greca Maro Michalakakos in dialogo con un’installazione site specific della scrittrice Ester Rizzo, una proiezione che recupera nomi e volti di 25 artiste siciliane, di ieri e di oggi, importanti nella musica e nella letteratura, ma spesso dimenticate e ignorate, cancellate dai colleghi uomini. Al museo archeologico Pietro Griffo sono invece ospitati una serie di scatti di Santiago Palacios, sul dramma dei migranti nel Mediterraneo. Il madrileno è un fotoreporter noto a livello internazionale, i suoi scatti si interrogano sulla costruzione della storia e riflettono sull’anacronismo o sulla permanenza di alcuni comportamenti ed eventi che, immemori della storia, continuano a verificarsi nel Mediterraneo. Il finissage è previsto per il 22 novembre alla biblioteca Lucchesiana con la danzatrice londinese Yinka Esy e con Ester Rizzo che presenta il libro, Talenti femminili in scena, pubblicato da Medinova diretta da Antonio Liotta.

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