Undici nuovi "carradori", cioè i costruttori di carretti siciliani, sono stati "formati" alla scuola degli antichi mestieri che ieri pomeriggio ha chiuso i battenti con la consegna degli attestati ai partecipanti al corso e con uno spettacolo dei più piccoli che hanno partecipato alle lezioni sul recupero delle tradizioni popolari. Ad aver ricevuto l'attestato di qualifica, al termine di un corso che è durato tre mesi ed è stato realizzato con la collaborazione del maestro carradore, Marcello La Scala di Agrigento, erede di una tradizione familiare che tramanda di padre le regole artigiane per la costruzione di carretti siciliani, sono stati allievi ed allieve provenienti da Campobello di Licata, Ravanusa e Canicattì. Si tratta di: Carmelo Gammacurta, Carmelo Lo Nardo, Giusi La Verde, Antonino Licata Caruso, Salvina Falsone, Emanuele Pontillo, Rosaria Seggio, Angelo Salerno, Loris Accetta, Angelo Siragusa, Vito Terrana. L'artefice di tutto ciò è stato Tano Avanzato, che con il Comune di Campobello ha presentato un progetto all'assessorato regionale ai Beni culturali ed all'Identità siciliana, che è stato finanziato ed ha permesso a questi partecipanti di potersi formare. Un progetto che è stato voluto dall'amministrazione comunale, guidata dal sindaco Gianni Picone. "È stata un'esperienza esaltante, molto bella - dice Tano Avanzato - che non si conclude. Diciamo che questo è l'approdo di una prima fase della scuola degli antichi mestieri, perché noi abbiamo tutte le intenzioni, d'accordo con l'amministrazione comunale, con il sindaco, di dare continuità a questa esperienza perché altrimenti avrebbe poco senso tutto il lavoro che abbiamo fatto fino ad ora. In questa prima fase - ha aggiunto Avanzato - abbiamo strutturato la scuola con due corsi. Quello sui carretti siciliani è stato tenuto fondamentalmente da Marcello La Scala, figlio di Raffaele, coadiuvato da Salvina Falsone e Peppe Rizzo che si sono occupati della pittura e della decorazione". "Quando mi hanno dato questa possibilità - ha commentato Marcelo La Scala - non dormivo la notte perché per me è come mettermi in gioco. Salire in cattedra con persone che si sono subito appassionate. In queste 70 ore abbiamo parlato di teoria, dalla storia del carretto siciliano, alla pratica a metà percorso. Abbiamo lavorato facendo delle piccole sponde in miniatura, con l'intaglio e la pittura. Sicuramente è un primo step perché vogliamo continuare in questa tradizione dei carretti siciliani". Il sindaco Picone si è già messo in contatto con i sindaci degli altri Comuni che hanno ricevuto il finanziamento, che sono di province diverse visto che quello di Campobello è stato l'unico progetto finanziato nell'Agrigentino, per cercare di trovare le risorse necessarie per continuare con queste attività. Che tra l'altro ha coinvolto anche le giovani generazioni "Nel progetto - spiega ancora Tano Avanzato c'era anche un corso di recupero delle tradizioni popolari che si è svolto con la partecipazione dei ragazzini delle scuole elementari. E per la cerimonia conclusiva abbiamo pensato ad una performance con il ciclo del pane: dalla semina, al raccolto alla panificazione di come si faceva una volta e questi ragazzini, con questa azione scenica ci hanno riportato in questo mondo scomparso, di questa civiltà contadina che ormai, di fatto, non esiste più". La notizia completa nel Giornale di Sicilia in edicola