LAMPEDUSA. Una studentessa del Nord e un ebanista del Sud Italia sono i protagonisti di una vicenda «culturale» nata grazie al progetto del ministero dei beni e delle attività culturali e del turismo: lei vince un concorso per la realizzazione del logo di «Migrarti» e lui lo realizza col legno dei barconi giunti a Lampedusa. Il logo ha visto il suo debutto alla 73 Mostra del Cinema di Venezia. Quella del Premio «MigrArti» sbarcato nella città lagunare è la storia di un disegno e del legno dei barconi dei profughi. In realtà è la storia bella di un'Italia che unisce il Nord e il Sud in nome della conoscenza delle culture dei «nuovi» italiani. Il Premio «MigrArti» nasce da uno dei concorsi realizzato dal MiBact, «Un logo per Migrarti», rivolto ai licei artistici e agli istituti tecnici statali e paritari con indirizzo grafica e comunicazione. Il disegno vincitore è diventato il simbolo di tutta la campagna, oltre che del premio cinematografico vero e proprio, ed è stato presentato ieri a Venezia dal ministro Dario Franceschini, alla presenza del presidente della Biennale Paolo Baratta, dell'onorevole Silvia Costa e del direttore della mostra del cinema Alberto Barbera, insieme ai 16 film in concorso e le prospettive future di MigrArti. Il logo è stato disegnato da una studentessa del liceo artistico di Merano, Viktoria Tribus: «Sono due mani, due piedi e due occhi, che insieme raffigurano una maschera di teatro. La cultura unisce». In seguito, il disegno ha preso vita tra le mani dell'unico ebanista di Lampedusa, Francesco Tuccio, che lo ha realizzato con il legno dei barconi dei profughi sbarcati sull'isola, dopo uno dei tanti viaggi della speranza: «La scelta di questi materiali è anche una protesta, per dare voce ai più deboli».