LICATA. Oggi è attesa la presenza per le vie del centro di almeno quarantamila persone in occasione dei festeggiamenti estivi di Sant’Angelo, patrono della città. La tradizione vuole che nel ‘600 il frate carmelitano, al quale si rivolsero i licatesi, scacciò dalla città la peste. Da allora il popolo festeggia il patrono non solo il 5 di maggio, ma anche la domenica dopo ferragosto. Quest’anno la domenica è proprio il giorno successivo al ferragosto ed alla festa, oltre ai tanti emigrati all’estero che stanno trascorrendo le loro vacanze in città, prenderanno parte i numerosi turisti che in questo periodo dell’anno affollano Licata.
I festeggiamenti iniziano nelle prime ore del mattino. Già alle 9 sarà celebrata, nel santuario di Sant’Angelo, la prima messa della giornata. Poco dopo arriveranno i bambini votati al santo, piccoli che indossano il tradizionale saio carmelitano ed insieme ai genitori raggiungono la chiesa, dove vengono benedetti.
Intorno alle 10.30 inizia la sfilata dei “muli parati” per le vie del centro storico. Cavalli e cavalieri sfilano per i corsi principali, spesso indossando costumi tradizionali, ed alle 12 raggiungono il sagrato della chiesa del patrono. Qui avviene la benedizione a cura di don Angelo Pintacorona, rettore del santuario di Sant’Angelo. La benedizione avviene al termine della messa solenne, in programma per le 11, che sarà celebrata da don Angelo Fraccica, arciprete licatese, insieme agli altri sacerdoti. Alla messa partecipano tutte le autorità civili, militari e religiose. Al termine viene recitata la preghiera di affidamento della città a Sant’Angelo.
Alle 18 il momento di preghiera animato dalla comunità “Gesù Ama”. Alla messa delle 19 partecipano i devoti del patrono che risiedono in altre città siciliane o all’estero. E’ alle 20, però, che arriva il momento più atteso dalla giornata. I portatori scalzi, che indossano il tradizionale abito da marinaio, traslano l’urna del patrono dall’altare maggiore al fercolo che lo condurrà in processione. Sant’Angelo lascia il santuario e tra due ali di folla inizia il pellegrinaggio per le vie del centro storico ed i corsi principali. La processione è partecipatissima ed in tanti non si limitano ad assistervi, ma partecipano facendo tutto il percorso insieme al santo. Inoltre prendono parte alle tradizionali “corse” della vara, seguendola nei punti in cui queste avvengono. Tra le più seguite c’è la corsa di piazza Duomo. Qui i portatori fanno correre la vara all’incirca per trecento metri, fino ad entrare nella chiesa madre. Poi le altre corse cittadine e, infine, quella più attesa: poco dopo l’1 del mattino Sant’Angelo torna in chiesa, ma lo fa correndo. Da piazza Elena l’urna inizia a correre fino a quando entra nel Duomo, tra gli applausi delle migliaia di persone presenti.
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