Agrigento

Sabato 23 Novembre 2024

«La mia cucina della memoria»
In un libro i piatti di Pino Cuttaia

LICATA. Lo chef pluristellato Pino Cuttaia, dopo aver deliziato i palati di quanti si siedono al suo ristorante, ora racconta in un libro la sua esperienza. “C’è un ingrediente che non manca mai nei miei piatti – scrive Cuttaia - e che consente di riconoscerli. Il mio ingrediente segreto è la memoria. Ognuno dei miei piatti contiene almeno un pizzico di memoria. Ognuno dei miei piatti, con la sua semplicità, prova a raccontare una storia”. Il volume si chiama “Per le scale di Sicilia: profumi, sapori, racconti e memoria”, ed inaugura la direzione scientifica dell’enogastronomia Giunti da parte di Marco Bolasco. “Per le scale di Sicilia è la narrazione – si legge in un comunicato diffuso ieri - in forma verbale e fotografica dell’esperienza umana e professionale del cuoco che da Licata è riuscito ad attirare l’attenzione della critica gastronomica più qualificata, raggiungendo le due Stelle Michelin con il suo ristorante La Madia. Nel cuore del profondo Sud, sulla costa che guarda il Canale di Sicilia, fra il barocco ragusano e i templi di Agrigento, Pino Cuttaia propone una cucina di altissimo valore, che attinge alle radici antiche di questi luoghi. Nascono, le sue creazioni, dalla memoria di una Sicilia in bianco e nero, nutrita dei ricordi d’infanzia, di una cultura popolare che intreccia istintivamente terra e mare, il mondo dei pescatori e quello dei contadini: profumi, sapori, gesti perduti nel tempo ma che è facile ritrovare dietro ognuno dei suoi piatti”. "Volevamo raccontare . dice Maco Bolasco - un'altra storia: quella di un cuoco che interpreta il proprio contesto dando voce, attraverso di sé, a tutti coloro che fanno parte della sua cucina, a vario titolo. Quella di Pino Cuttaia è una storia esemplare è bellissima: una Sicilia di gesti, di terra e di vita. Siamo felici di poter aprire un nuovo sguardo sull'enogastronomia, in Giunti, partendo da Sud con questo progetto che è più di un semplice libro".

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