«Un risultato soddisfacente quello di essere riusciti a identificare una parte dei soggetti che sono intervenuti nella rissa a Porto Palo, con il grande sforzo della compagnia dei carabinieri di Sciacca». La procuratrice Maria Teresa Maligno che sta coordinando le indagini sulla rissa e l’accoltellamento ai danni del diciannovenne egiziano, il 13 luglio, a Porto Palo di Menfi e che hanno portato all’arresto di nove giovani di Santa Margherita di Belice, assicura che stanno andando avanti per individuare altri soggetti coinvolti, dal momento che pare siano una trentina, come ha indicato il diciannovenne Atef Yasser, agli inquirenti. «Le indagini - ha detto la procuratrice Maria Teresa Maligno - hanno consentito di individuare nove dei soggetti che hanno preso parte alla rissa e adesso proseguiranno alla ricerca della identificazione degli altri soggetti che hanno partecipato con brutale violenza alla aggressione nei confronti del giovane egiziano». Un pestaggio che ha destato molta preoccupazione. «Purtroppo, la violenza giovanile è in crescita - ha aggiunto la procuratrice - e suscita per questo un grave allarme sociale. L’impressione è che molti giovani di oggi frequentino i locali attendendo solo l’occasione o il pretesto per scatenare una rissa e esercitare forme di violenza gratuita per conformarsi a una moda del momento. Lo dimostra anche il fatto che nel corso delle perquisizioni domiciliari sono state rinvenute nella disponibilità di alcuni indagati, tutti giovanissimi, armi di varia natura. Nel caso specifico, l’aggressione ai danni di un extracomunitario con particolare recrudescenza, sembra caratterizzata da odio razziale come dimostrano le minacce rivolte durante il pestaggio». E conclude : «E’ fondamentale a tutela della sicurezza pubblica e delle persone offese l’azione coordinata delle forze di polizia e della Procura della Repubblica ma, per arginare il fenomeno occorre un intervento multisettoriale e una opera di prevenzione che serva a sovvertire i modelli negativi che purtroppo suscitano attrazione in molti giovani, privi all’origine di adeguati modelli di riferimento, e che l’opera dei social media contribuisce a amplificare enormemente creando un effetto di emulazione di grande portata».