Canicattì, sequestro da 600 mila euro a un pregiudicato legato alla stidda
Un’intera azienda, quindici veicoli, quattro terreni, un motore marino e conti correnti: beni per un valore complessivo di circa 600 mila euro sono stati sequestrati dalla polizia a un cinquantenne di Canicattì, già condannato per riciclaggio e ritenuto contiguo ad ambienti criminali legati alla stidda agrigentina. Il provvedimento è stato emesso dalla Sezione Misure di Prevenzione del Tribunale di Palermo, su proposta del questore di Agrigento Tommaso Palumbo, ed è finalizzato alla confisca definitiva del patrimonio, ritenuto accumulato in maniera illecita. A finire nel mirino anche i beni nella disponibilità del nucleo familiare del pregiudicato. A sostegno del sequestro, gli investigatori della Divisione Anticrimine hanno ricostruito un ampio quadro patrimoniale, evidenziando una marcata sproporzione tra i redditi dichiarati e le spese sostenute, tale da ritenere che l’uomo vivesse stabilmente con proventi derivanti da attività delittuose. Il cinquantenne non è nuovo a indagini e condanne. Già sottoposto alla sorveglianza speciale nel 1998 per reati contro il patrimonio, è stato condannato in via definitiva per riciclaggio nel 2004 e arrestato nel 2018 per tentata estorsione aggravata e traffico di droga. In quell’occasione, gli inquirenti lo hanno accusato di agire in concorso con un soggetto legato alla stidda. Il processo si è chiuso con una condanna a 4 anni e 4 mesi di reclusione, confermata in appello nel novembre scorso. Secondo la Questura, l’uomo ha continuato a mantenere un profilo criminale anche dopo quella sentenza, con ulteriori condotte legate al traffico di stupefacenti e al riciclaggio. Un profilo, secondo il Tribunale, che non lascia dubbi sulla sua pericolosità sociale e ha reso inevitabile il sequestro patrimoniale.