Aveva 17 anni quando è arrivato in Italia dal Bangladesh. Un viaggio lungo, passando dalla Libia sino ad arrivare con un barcone a Porto Empedocle. Giorni difficili, il mare in tempesta e la paura di morire. È la storia di Shamin Md Hossain. Oggi ha vent’anni ed è stato assunto in uno dei locali più esclusivi con vista sulla Scala dei Turchi, il Lounge Beach Scala dei Turchi. Fa l’aiuto cuoco e insieme a lui, c’è un altro ragazzo del Bangladesh e oltre al personale italiano, ci sono un afgano, un marocchino e un tunisino.
Un locale, questo, noto non solo per lo scenario incantevole, ma per i tanti vip del mondo del calcio, della moda, dello spettacolo, della televisione e dell’imprenditoria mondiale, che ogni anno passano da lì per ammirare i tramonti, il suono delle onde del mare, il buon cibo, con l’imponente Scala dei Turchi che predomina il paesaggio. «Ho pensato di assumere anche stranieri, per dare loro una opportunità di vita - spiega il titolare e imprenditore Nino Sanfilippo - proprio perché qui da me vengono a cenare personalità di un certo livello ed economicamente importanti, ho pensato a chi un lavoro non ce l’ha e che nella vita tutti possono avere una chance, sempre. Shamin ne è la prova. Mi trovo bene con loro e lavorano davvero con entusiasmo, hanno voglia di imparare. Hossain è qui da un anno e gli ho riconosciuto il suo impegno e il suo valore con un contratto».
Tra le tante personalità che hanno sostato nel lido del noto locale, per prendere il sole e per un pranzo o una cena, anche Marina e Luigi Berlusconi. Attori hollywoodiani come Jessica Alba, cantanti come Lola Ponce, Gianni Morandi ed Elisa, allenatori e calciatori di Serie A e diversi «guru» del mondo del management. «Ho cominciato come cameriere - racconta Shamin - e adesso sono aiuto cuoco. Da un anno vedo tante persone importanti ed è una bellissima esperienza poterli conoscere dal vivo. Sono soddisfatto e ringrazio Nino Sanfilippo che è il mio angelo custode».
Shamin è il più piccolo di tre fratelli ed è stato l’unico ad arrivare in Italia. «Mia madre, mio padre e i miei fratelli sono in Bangladesh. Costava troppo venire qui e cosi - racconta commosso - hanno fatto sacrifici enormi per darmi una opportunità. Un cugino mio ha venduto le terre e i miei anche una casa, oltre ad altri parenti che ci hanno aiutato per raggiungere una cifra alta, migliaia di euro. Hanno anche fatto dei prestiti. Ci volevano tanti soldi per arrivare con il barcone e una volta raccolti, sono partito. Il viaggio è stato lungo, prima dal Bangladesh sono arrivato in Libia. e poi con un barcone sono arrivato in Italia. Piangevo in quei lunghi giorni di viaggio e avevo tanta paura di morire in mare. Le notti erano fredde e non passavano mai. Il viaggio è stato lungo, siamo stati salvati da una Ong tedesca e portati a Porto Empedocle».
Shamin Md Hossain aveva 17 anni ed è stato dapprima, in una comunità a Siculiana, poi raggiunta la maggiore età, a Realmonte. Così conosce l’imprenditore titolare del Lounge Beach Scala dei Turchi Nino Sanfilippo che decide di aiutarlo e la sua vita cambia. Oggi, guadagna bene, ha un appartamento in affitto dove vive da solo e aiuta la sua famiglia in Bangladesh per pagare i debiti che hanno fatto per dargli un futuro migliore. «Io vivo da anni in Italia - ha detto Anouar Otmane, trentasettenne tunisino che lavora da tempo nel locale - il fatto che un imprenditore come Sanfilippo assuma, oltre che italiani, anche stranieri, in un locale frequentato da turisti e vip importanti, ci dà la misura di quanto l’integrazione funzioni bene. Dar fiducia a noi stranieri e darci responsabilità nel gestire un locale cosi grande e importante, ci rende più forti e fa si che l’immagine degli immigrati possa migliorare in questa società».
Negli anni scorsi sono stati raggiunti picchi di settecentomila persone che hanno visitato la Scala dei Turchi. Mentre prima c’era un turismo di massa, adesso c’è un turismo più selettivo. Nino Sanfilippo sensibile alle tematiche sociali, in sinergia con Giancarlo La Greca, dell’associazione Pro-sport Ravanusa, organizzerà una cena dove i protagonisti-camerieri, per una serata, saranno ragazzi con disabilità sia intellettiva che con sindrome di Down e che attualmente svolgono attività sportiva paralimpica. «Prima della cena che verrà organizzata a metà giugno - conclude Sanfilippo - farò un piccolo corso di formazione ad una quindicina di ragazzi disabili, propedeutico alla serata».
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