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Migliaia di multe sulla Statale 189, ricorsi contro gli autovelox

La querelle sulla omologazione. Oltre 16 mila le contravvenzioni elevate dal solo comune di Campofranco.

Oltre 16 mila multe in sei mesi che vanno da 170 a oltre 500 euro nel solo comune di Campofranco in provincia di Caltanissetta, ma sono tutte illegittime. La guerra agli autovelox sbarca anche in Sicilia: il dispositivo per il controllo della velocità, modello T-Exspeed, spauracchio di tutti gli automobilisti che percorrono la Palermo-Agrigento, non è omologato ma solo approvato.

Un dettaglio minimo per il ministero dell’Interno, che in una circolare inviata alle prefetture spiega ai comuni come provare a difendersi dai ricorsi, che però i tribunali continuano ad accogliere, sostenendo, in particolare a Caltanissetta e ad Agrigento, dove anche l’autovelox del comune di San Giovanni Gemini miete un numero di vittime non indifferente, le tesi dell’avvocato Dafne Naschini, che ha aiutato diversi automobilisti in questa lotta all’ultima impugnazione. Solo le apparecchiature omologate - come spiega anche la Cassazione con una ordinanza emanata a luglio - costituiscono fonte di prova e le violazioni accertate con strumenti non omologati sono illegittime: sentenze su sentenze che piovono sulle scrivanie dei sindaci e cominciano a pesare sulle casse comunali, un tempo gonfiate dalle migliaia di euro guadagnati grazie ad autovelox illegittimi, ma di cui le amministrazioni locali cercano di supportare il principio di «identità del concetto di omologazione e approvazione», suggerito proprio dalla nota ministeriale che equipara i due protocolli (appunto l’omologazione e la taratura degli autovelox) che per i tribunali sono invece distinti e separati, «come chiarisce la corte di Cassazione nell’ordinanza del 18 aprile 2024», si legge nelle decine di sentenze dei tribunali.

E a fare scuola ci pensa una recente sentenza del 25 febbraio emessa dal giudice di pace del tribunale di Caltanissetta, Giovanna Turturici, che cita la nota inviata dal dicastero (che il comune di Campofranco aveva allegato agli atti) come «non vincolante né per i contribuenti né per il giudice e, cosa più importante, non costituisce fonte del diritto».

Gli autovelox installati, dunque, hanno ricevuto soltanto l’approvazione del ministero dei Trasporti, ma mai l’omologazione, che invece dovrebbe arrivare dagli uffici del ministero dello Sviluppo economico: per i tribunali, dunque, «secondo il ragionamento della corte di Cassazione l'approvazione è solo un passaggio per ottenere l'omologazione, poiché consiste in un procedimento che non richiede la comparazione del prototipo con caratteristiche ritenute fondamentali o con particolari prescrizioni previste dal regolamento, mentre l'omologazione consiste in una procedura che, pur essendo amministrativa (come l’approvazione), ha anche natura necessariamente tecnica e tale specifica connotazione risulta finalizzata a garantire la perfetta funzionalità e la precisione dello strumento elettronico da utilizzare per l'attività di accertamento da parte del pubblico ufficiale legittimato. Requisito, quest’ultimo, che costituisce l'indispensabile condizione per la legittimità dell'accertamento stesso». Tradotto: le violazioni accertate con strumenti non omologati sono illegittime.

A nulla valgono le direttive del ministero, targate Avvocatura dello Stato, cui il dicastero si era rivolto per una consulenza: nella nota inviata alle prefetture, si suggerisce di fare leva sulla «piena omogeneità tra le due procedure di omologazione e di approvazione» presentando «elementi, in particolare documentali, che non sono stati esaminati» dalla Cassazione come «decreti di omologazione di strumenti altri e diversi da quelli volti a verificare il superamento dei limiti di velocità».

Altrimenti, come sottolinea la stessa Avvocatura dello Stato nella nota, «ci si esporrebbe a una elevata alea di inammissibilità o, quantomeno, di infondatezza». Cioè, i comuni, una volta trascinati in tribunale, dovrebbero portare a supporto della tesi che equipara omologazione e approvazione altri esempi ed elementi che non siano già stati esaminati dalla corte di Cassazione. Una nota che profuma di resa.

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