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Il Tar di Palermo ha accolto il ricorso di Lav e Lndc animal protection, confermando la sospensione del piano di uccisione delle caprette a Porto Empedocle. I giudici amministrativi hanno ribadito la sospensiva accettando le ragioni del ricorso contro le misure cruente previste dal Comune dell’Agrigentino, dopo un primo sì lo scorso 22 gennaio.
Il tribunale aveva chiesto all’amministrazione comunale e all’Azienda sanitaria provinciale di Agrigento di produrre prove e chiarimenti, fra cui una relazione illustrativa sui fatti e una documentazione sul numero di animali catturati e uccisi, su quelli ancora da catturare, e sull'individuazione di eventuali soluzioni alternative all’uccisione. Il Comune non ha mai risposto nè presentato al tribunale le relazioni e i documenti richiesti, così come l’amministrazione, nonostante l’impegno di Lav e Lndc animal protection nel costruire un luogo sicuro dove poter ospitare le capre di Porto Empedocle, offrendo quindi una soluzione concreta all’amministrazione.
«Gli animali sono monitorati sul territorio da tante cittadine e cittadini che hanno a cuore la loro tutela e che cercano soluzioni alternative a quelle prospettate dal Comune, che si vuole sbarazzare delle caprette in modo violento», affermano le associazioni, secondo cui, «a prescindere dalla possibilità di offrire un rifugio a questi animali, si ribadisce il diritto alla vita delle capre di Porto Empedocle e di tutti gli animali liberi sul territorio, che in varie parti d’Italia diventano vittime di provvedimenti di cattura e uccisione per mancanza di adeguata informazione e politiche mirate alla convivenza pacifica tra umani e animali»
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