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Licata, 10 indagati di cui 4 in carcere per l'incendio doloso alla Omnia srl

«Dalle indagini è emersa chiaramente la pericolosità dei soggetti arrestati, che possedevano armi da fuoco, si mostravano violenti e intimidivano le vittime»

Nelle prime ore di questa mattina (8 novembre) i carabinieri di Agrigento, insieme al reparto speciale Cacciatori Sicilia, hanno effettuato una vasta operazione nei comuni di Canicattì, Campobello di Licata e Ravanusa. L’operazione ha portato all’arresto di 10 persone, accusate di diversi reati, tra cui l’incendio doloso di un’azienda, avvenuto all’inizio di quest’anno. L'ordinanza è stata emessa dal gip del tribunale di Agrigento, su richiesta della Procura.

Gli arresti si collegano ad una indagine in corso da ottobre, che aveva portato all'arresto di tre persone per un incendio ai danni della Omnia Srl, una ditta di Licata. L'incendio, che risale al 20 gennaio 2024, ha causato una grave contaminazione dell’aria con sostanze tossiche, ben oltre i limiti consentiti. L’Arpa Sicilia, che si occupa di monitorare la qualità dell’aria, aveva riscontrato un rischio per la salute pubblica.

Due dei nuovi arrestati di oggi sono accusati di aver agito insieme alle persone arrestate a ottobre nell’incendio della Omnia S.r.l. Per tutti gli indagati, prima dell’emissione delle misure cautelari (come carcere, arresti domiciliari o obbligo di firma), il gip ha dovuto interrogare preventivamente gli accusati. Questo è un passo richiesto dalle nuove norme della Legge Nordio, in vigore da agosto, che introduce cambiamenti nel codice di procedura penale.

Le indagini, coordinate dalla Procura di Agrigento e condotte dal Nucleo investigativo dei carabinieri, sono durate circa 10 mesi e hanno coinvolto intercettazioni telefoniche e ambientali. Oltre ad accertare le responsabilità nell’incendio, gli investigatori hanno scoperto un contesto di micro e macrocriminalità diffuso soprattutto nei comuni di Ravanusa e Campobello di Licata, ma con impatti anche nelle aree vicine. La situazione evidenziata è quella di un territorio segnato da emarginazione e degrado sociale.

La pericolosità dei soggetti arrestati è emersa chiaramente: possedevano armi da fuoco, si mostravano violenti e intimidivano le vittime. Alcuni di loro sono stati coinvolti in rapine e altri episodi violenti, mostrando una facilità preoccupante nell’usare la forza fisica per commettere reati. Tra i fatti più gravi, si segnala anche un tentato omicidio ai danni di un cittadino straniero, aggredito con una spranga di ferro senza un apparente motivo.

Questa operazione rappresenta un importante colpo al crimine organizzato nella zona e sottolinea l’impegno delle forze dell'ordine nella lotta contro la criminalità, specialmente in aree più vulnerabili e socialmente difficili.

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