Stando a quanto emerge dai racconti degli ultimi migranti sbarcati a Lampedusa, in alcuni casi - quelli in cui il costo della traversata è maggiore - i viaggi dalla Libia si svolgono con la «scorta» di gommoni o droni. Un modo per garantire maggiore sicurezza alle persone che sono disposte a pagare di più il «servizio aggiuntivo».
«Un gommone ci ha accompagnati per più di 3 ore, dopo che siamo partiti da Zawiya. Poi ci hanno lasciati e ci hanno indicato la rotta da seguire» hanno raccontato i 22 siriani ed egiziani soccorsi dalla motovedetta romena dell’assetto Frontex che hanno ricostruito il viaggio, iniziato alle ore 23 di ieri, per il quale hanno pagato fino a 6.700 euro.
Ieri, alcuni dei 31 (5 donne e 8 minori) egiziani, siriani e sudanesi bloccati dai carabinieri dopo lo sbarco direttamente a Cala Francese avevano parlato di un drone che li aveva assistiti fino all’ingresso in acque internazionali, tornando poi indietro a Tajoura in Libia da dove erano salpati con una barca in vetroresina di 8 metri. Anche loro avrebbero pagato una cifra grosso modo analoga.
I 27 tunisini rintracciati ieri sull’isolotto di Lampione avevano invece parlato di avere effettuato il viaggio a bordo di una «nave madre», prima di essere trasbordati su un gommone con l’indicazione della rotta da seguire verso Lampedusa.
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