Agrigento

Giovedì 21 Novembre 2024

Lampedusa, l'orrore raccontati dai naufraghi: «Così la barca è colata a picco»

Aveva dai 18 ai 20 anni il giovane ivoriano morto al poliambulatorio di Lampedusa dopo il naufragio del barchino sul quale viaggiava per raggiungere le coste della Sicilia. «È giunto in ipotermia ed è andato, anche a causa dell’ingestione di acqua, in arresto cardiaco», ha spiegato il medico Francesco D’Arca, responsabile della struttura sanitaria di via Grecale. Il bilancio del naufragio in acque Sar maltesi è critico. Ci sono state 9 vittime tra cui un bambino di 6 mesi. Le persone disperse potrebbero essere 15 o 16. Lo si apprende dall’Unhcr, l’Alto commissariato delle nazioni unite che era presente al molo di sbarco e si è coordinato con altri attori presenti per aiutare i sopravvissuti che si trovavano in condizioni mentali e fisiche estremamente critiche. Sei persone sono state ricoverate in ospedale a causa di grave ipotermia e disidratazione, 2 di loro sono ancora in ospedale in condizioni stabili. «I sei ricoverati, tutti giovani ivoriani, stanno meglio. Le loro condizioni - aggiunge D’Arca - sono migliorate. Non sarà necessario trasferirli negli ospedali di Palermo o Agrigento, nelle prossime ore verranno dimessi. Al momento sono tutti sotto choc. Ai medici hanno soltanto continuato a ripetere che “la barca è colata a picco” senza aggiungere nessun altro dettaglio, né riferire se viaggiavano con familiari o amici». «Secondo le testimonianze dei sopravvissuti - riferisce ancora l’Unhcr - il gruppo, composto da circa 46 persone, sarebbe partito da Sfax, in Tunisia, nella notte tra il 7 e l’8 aprile scorsi su una barca d’acciaio. Il meteo è andato gradualmente peggiorando con onde che hanno raggiunto i 5 metri. Il gruppo ha iniziato ad agitarsi quando il motore si è rotto e sono rimasti alla deriva». L'articolo completo di Paolo Picone sul giornale oggi in edicola

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