È arrivato il giorno in cui il romeno di 24 anni, Omar Edgar Nedelcov, accusato di aver ucciso due donne a Naro e del vilipendio del cadavere di una di loro, comparirà davanti al giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Agrigento, Iacopo Mazzullo, per spiegare cosa è realmente accaduto la notte tra il 4 ed il 5 gennaio tra la via Vinci ed il vicolo Avenia, nel quartiere di Sant’Erasmo. Si celebrerà, infatti, oggi (lunedì 8 gennaio) alle 10,30, nella casa circondariale di Gela, l’udienza di convalida del fermo del giovane romeno. L’indagato è difeso dall’avvocato Diego Giarratana. La Procura di Agrigento, con il procuratore aggiunto Salvatore Vella ed il sostituto Elettra Consoli, ha chiesto la convalida del provvedimento di fermo. Sempre oggi arriveranno a Naro i carabinieri del Ris per gli accertamenti sui luoghi dei due delitti.
Omar Edgar Nedelcov è stato fermato nella tarda serata del 5 gennaio dai carabinieri della stazione di Naro, accusato del massacro di Sant’Erasmo. Per gli inquirenti, sarebbe l’autore dei delitti di Maria Rus, 54 anni, e Delia Zarniscu, 58 anni. La prima vittima è stata rinvenuta carbonizzata all’intento del soggiorno della sua abitazione in vicolo Avenia; la seconda, invece, in un lago di sangue in un altro appartamento a meno di duecento metri di distanza. L’indagato, prima di chiudersi nel silenzio e avvalersi della facoltà di non rispondere, aveva provato a ribadire la sua estraneità ai fatti contestati. Nedelkov, chiamato in causa da un connazionale, Florin di 50 anni, che sarebbe stato con lui a cena da Delia Zarniscu, prima di essere entrambi buttati fuori dalla padrona di casa quando il ventiquattrenne, decisamente ubriaco, aveva tentato un approccio sessuale con la donna, era già stato controllato dagli inquirenti nelle ore immediatamente successive al duplice femminicidio perché era stato proprio lui a chiamare il 118 per dire che in via Vinci c’era il cadavere di una donna. Quando è stato interrogato, nel momento in cui gli sono stati contestati i reati, avrebbe detto di essere innocente e di non avere fatto nulla di male alle due donne. E stamattina dovrà spiegare invece al giudice cosa ha realmente fatto nella notte degli orrori.
La ricostruzione fatta dagli inquirenti è abbastanza inquietante: Delia Zarniscu aveva invitato a casa sua Edgar e Florin: un pranzo per celebrare il Natale, che per gli ortodossi si festeggia tra il 6 e il 7 gennaio. Sulla tavola c’era cibo e panettone. Ed alcolici. Durante la cena i tre hanno parlato di Maria Rus, vicina di casa e donna sola e separata. Ad un certo punto Eddy – così si fa chiamare a Naro l’imputato – in preda ai fumi dell’alcool avrebbe iniziato ad infastidire la padrona di casa e a farle avance di tipo sessuale. Ma la donna lo ha respinto ed ha interrotto la cena anzitempo.
Florin dice di essere andato a casa sua mentre Eddy si sarebbe diretto a casa di Maria Rus che – conoscendolo – l’avrebbe fatto entrare. Non si capisce cosa è successo in vicolo Avenia, ma le telecamere esterne hanno ripreso Eddy con i pantaloni abbassati mentre guarda da un’anta della finestra il fuoco che si era sprigionato in casa della donna. Si scoprirà poi che, secondo la ricostruzione degli investigatori, il ragazzo l'aveva già immobilizzata e legata su una poltrona, forse abusando di lei per poi, probabilmente quando era già morta, darle fuoco. Dopo il primo delitto, si sarebbe diretto da Delia Zarniscu ed avrebbe ucciso pure lei, strappandole prima i capelli e cavandole un occhio. Tirandole addosso un televisore. Uccidendola. Fin qui la ricostruzione del duplice delitto.
Intanto, in attesa dei funerali di Delia e Maria, Marcela Rus, la figlia di Maria, ha espresso al sindaco di Naro, Maria Grazia Brandara, il desiderio di portare la salma della madre in Romania. Il sindaco sta valutando come potere aiutare la ragazza ad esaudire questo suo desiderio.
Nel frattempo, il sindaco Brandara ha pubblicato un post per chiarire le sue dichiarazioni a caldo sul duplice omicidio che sarebbero state fraintese e strumentalizzate. «Quando ho definito sopra le righe la vita delle due vittime – dice Brandara - non intendevo che se la siano cercata, né stavo esprimendo un giudizio morale: al contrario, intendevo dire che ogni donna deve potere scegliere come vivere senza che questa scelta diventi attenuante o causa della ferocia di uomini violenti e assassini. Che le due donne avessero avuto una vita travagliata è un fatto, che questo diminuisca la ferocia di quanto hanno subito non l’ho mai sostenuto né mai lo sosterrò».
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