Agrigento

Domenica 22 Dicembre 2024

Guardia di finanza di Agrigento: addio al tenente colonnello Maurizio Pellegrino, aveva 53 anni

La guardia di finanza piange il tenente colonnello Maurizio Pellegrino, comandante del Nucleo polizia economica finanziaria di Agrigento, morto a 53 anni. Si è spento nelle scorse ore in seguito a un male incurabile, lascia la moglie e due figli. Originario di Corigliano Calabro, era molto stimato dai colleghi, che lo ricordano come un uomo dal grande cuore e sempre disponibile. «Al caro collega va il nostro senso di profonda gratitudine per il prezioso contributo fornito al Corpo, con passione e dedizione, da irreprensibile servitore dello Stato. Ci stringiamo, con cristiana partecipazione, alla famiglia in un affettuoso e commosso abbraccio”, ha detto il comandante regionale delle Fiamme Gialle, il generale Cosimo Di Gesù». In tantissimi stanno ricordando Pellegrino in queste ore. Sui social decine di messaggi da amici e colleghi. «Ciao grande amico nostro - scrive Teresa - ti porteremo nel nostro cuore per sempre, ho sperato fino all'ultimo che questo maledetto male non ti portasse via, invece, ha vinto lui. Siamo tutti straziati, chi ti ha conosciuto sa che persona meravigliosa sei stata (io sono stata una delle prime persone a conoscerti quando eri ad Agrigento) so anche bravissimo e buono con i tuoi colleghi, marito innamoratissimo della nostra Rosetta, padre attento e amorevole con i tuoi stupendi figli. Chi si dimentica le serate trascorse insieme, le lunghe passeggiate, no non le possiamo dimenticare!!! Grande Maurizio, rimarrai nei ns cuori e, sicuramente sarai in un mondo molto più bello di quello che hai lasciato. Ti vogliamo un bene immenso. Rip». «Alcune notizie straziano il cuore e rispolverano la memoria - scrive l'avvocato Franco Oranges da Corigliano - rendendo il dolore ancor più veemente. Come quella che ci dice che Maurizio Pellegrino non è più, rapito da un male che, in poco tempo, lo ha sottratto alla sua famiglia, ai suoi fratelli, ai suoi amici, a quanti gli hanno voluto bene e ha voluto bene. Ed è uno strazio, immane, quasi inaccettabile. E poi...subentra la memoria che ti offre i ricordi vissuti in un quartiere, l'Ariella, chiamata a piangere uno dei suoi figli migliori, riservato e dolce, buono... Scrissi al fratello Pasquale, un giorno: «...che ne sa la gente di noi, di ciò che siamo stati, di ciò che abbiamo passato, di ciò che, nonostante tutto, siamo stati costretti a subíre? L'Oggi nostro affonda le radici in un passato...». Ecco! Maurizio fa parte di quel mio pensiero perché, bambino di cinque anni, rimase orfano di padre e, quindi, cresciuto da una mamma buona e con l'ausilio dei fratelli Pinuccio, universitario, e Pasquale, ancora studente. E fu grazie alla mamma che, letteralmente, si rimboccò le maniche e non disdegnò, da vedova di un funzionario comunale, di adoperarsi per l'elevazione del Culto della Famiglia. E diventò adulto, Maurizio, in quell'Ariella che lo vide venire al mondo. E sui sacrifici di mamma e fratelli, studiò brillantemente e intraprese la carriera nel glorioso Corpo della Guardia di Finanza, giungendo al grado di Tenente Colonnello e...con una carriera ancora davanti, oggi recisa. E si è fatto apprezzare da tutti».

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