Una vera e propria piantagione di marijuana in un'azienda agricola. Sono state più di 1200 le piantine ritrovate dai carabinieri a Licata, tutte con principio attivo superiore a quello consentito. Il controllo è stato effettuato in un’azienda agricola che si occuperebbe di coltivazione di “cannabis light” nelle campagne di Licata.
A finire nei guai tre persone, una 52enne, che è il titolare dell’attività, e altri due gestori di Licata, padre e figlio di 52 e 18 anni. I tre sono stati denunciati, tutti in stato di libertà, dalla procura della Repubblica di Agrigento per l’ipotesi di reato di detenzione e coltivazione di sostanze stupefacenti in concorso.
Secondo l’accusa, le analisi sulle piante di marijuana avrebbero rilevato un valore di Thc, che altro non è che il principio attivo della cannabis, superiore a quello consentito dalla legge. In pratica, in quel momento, secondo le indagini, non stavano coltivando della cannabis light, che è legale, ma della vera e propria sostanza stupefacente. Per questa ragione anche l’intera piantagione è stata sottoposta a sequestro dai militari dell'Arma.
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