Come Centro studi Pio La Torre proporremmo una borsa di studio dedicata all’impegno e al lavoro di Angelo Meli e chiediamo, formalmente, al consiglio e alla giunta comunale di Canicattì di dedicare un luogo pubblico alla memoria di Angelo Meli. Perché lo ha meritato». Lo ha chiesto, commuovendosi, al cimitero di Canicattì dove è stata portata l’urna delle spoglie del giornalista, Vito Lo Monaco, fondatore del Centro studi Pio La Torre e dirigente politico del Pci. Dopo la cremazione al cimitero di Delia, dove Angelo è stato «abbracciato» da centinaia di familiari, amici e colleghi, tutti commossi, l’urna è stata traslata al cimitero di Canicattì dove è stato dato l’addio. A prendere la parola, pronunciando parole toccanti, è stato il direttore del Giornale di Sicilia, Marco Romano: «La famiglia è anche questo - ha detto, osservando la centinaia di persone che in lacrime hanno accompagnato l’urna di Angelo Meli - L’ultimo regalo che si può chiedere alla morte è consentire alla persona che se ne va di sapere cosa pensano gli altri. Tutti parlano di una persona gentile, di un uomo perbene, un professionista retto, esemplare. Un esempio nella vita privata e professionale. Se dovessimo chiedere un regalo alla morte, io vorrei che Angelo, in questo momento, potesse guardare voi che siete qui e aver avuto la possibilità di leggere tutto quello che su di lui è stato detto. Se questo fosse possibile, noi avremmo consegnato ad Angelo, quello che lui meriterebbe di ascoltare da vivo». Alla commemorazione, oltre al direttore del Giornale di Sicilia, erano presenti numerosi colleghi della redazione di Palermo, anche pensionati e giornalisti di varie testate.