Il bimbo del deserto sbarcato a Lampedusa, trasferito sulla terraferma e affidato al Tribunale: «Non sappiamo come sia finito lì»
Il bambino del deserto adesso è sulla terraferma. L'incredibile storia è quella del piccolo di circa tre anni arrivato un paio di giorni fa a Lampedusa su uno dei tantissimi barconi approdati in queste ore sull'isola. Un bambino senza età, senza nome, senza nazionalità rimasto da solo nel deserto fra Tunisia e Libia, finché un ragazzo di 18 anni lo ha trovato e lo ha portato con se nella sua fuga fino alle coste dell'Europa. Una storia incredibile nata nel deserto, per questo forse a qualcuno era venuto in mente di chiamarlo Mosè, continuata a Lampedusa e adesso sulla terraferma, in Sicilia ma la sua destinazione finale resta segreta, per tutelare il piccolo. Giovanna Di Benedetto, giornalista palermitana e portavoce di Save The Children, si è occupata del caso: "Il bambino non parla per via dell’età, del trauma che ha subìto, dello stress emotivo. Ha certamente bisogno di un supporto psicologico - dice Di Benedetto -. Sembra capire l’inglese e per i tratti somatici sembra provenire dall'area subsahariana ma non sappiamo esattamente da quale Paese". Dopo il trasferimento "il minore è stato preso in carico dal Tribunale dei minorenni - continua la portavoce di Save The Children -, che in qualità di autorità giudiziaria sta vigilando affinché le procedure di affido si compiano nella piena tutela dell'interesse del bambino". Quest’anno, secondo i dati del ministero dell’Interno, sono 11.600 i minori non accompagnati arrivati in Italia, la maggior parte sulle coste siciliane. E sono aumentati i bambini di età compresa fra 0 e 6: passati dallo 0,2% del 31 luglio 2016 al 2,1% dello stesso periodo del 2023. Una emergenza che Save The Children cerca di arginare con il supporto alle famiglie, alle donne e ai minori soli.