Le motovedette della guardia costiera e della guardia di finanza, così come i loro elicotteri, per oltre 24 ore, non hanno potuto, a causa del forte vento di maestrale, pattugliare le acque Sar. A Lampedusa, ieri sera, ci sono stati due sbarchi prima le Fiamme gialle hanno agganciato un barchino di 8 metri con a bordo 44 (7 donne e 2 minori) sedicenti ivoriani, liberiani, guineani e malesi; e poi altri 55 (9 donne e 15 minori) tunisini, palestinesi e marocchini che erano a bordo di una barca di legno. Tanto il primo gruppo quanto il secondo hanno riferito d’essere salpati da Sfax. Impossibile però, con quel mare agitato, che siano riusciti ad effettuare la traversata da soli. I poliziotti della squadra mobile della questura di Agrigento, presenti nell’hotspot, oggi sentiranno i nuovi arrivati per cercare di fare chiarezza. Il sospetto è che entrambi i barchini possano essere stati trainati da motopescherecci tunisini almeno fino al confine con le acque territoriali italiane.
Un altro maxi sbarco poche ore dopo. Nelle acque antistanti l'isola le motovedette della guardia di finanza e dell’assetto Frontex hanno agganciato un peschereccio di 15 metri con a bordo 270 migranti, fra cui una donna e un minore. Il natante, a detta degli sbarcati, è salpato ieri da Zuara in Libia e ognuno avrebbe pagato 3.500 dinari libici per la traversata. Si tratterebbe bengalesi, egiziani, marocchini, pakistani e siriani.
Infine, ventidue migranti, tunisini per la maggior parte, sono stati arrestati dai poliziotti della squadra mobile di Agrigento fra Lampedusa e Porto Empedocle. Si tratta di persone che sono tornate in Italia, attraverso la frontiera marittima di Lampedusa, nonostante fossero, in 9, destinatari di decreti di espulsione e in 13 di decreto di respingimento.
Sedici sono stati posti, su disposizione del pm di turno e in attesa dell’udienza di convalida, agli arresti domiciliari nell’hotspot di Lampedusa; mentre altri 6 nella tensostruttura di Porto Empedocle.
Caricamento commenti
Commenta la notizia