Agrigento

Giovedì 26 Dicembre 2024

Barchino si inabissa al largo di Lampedusa, 41 morti annegati

Quarantuno migranti sono morti dopo che un barchino, salpato da Sfax in Tunisia, si è ribaltato ed è affondato durante la navigazione nel canale di Sicilia. A raccontare quella che è stata l’ennesima tragedia sono i quattro sopravvissuti, tre uomini e una donna, che sono stati salvati 4 giorni dopo il naufragio dalla motonave Rimona che, stamattina, li ha trasbordati sulla motovedetta Cp327 della guardia costiera. I 4 naufraghi, originari di Costa d’Avorio e Guinea Konakry, sono sbarcati a Lampedusa.

I superstiti: «Dalla Libia nessun soccorso»

Il naufragio, che è costato la vita anche a 3 bambini, è avvenuto al largo tra Lampedusa e la Tunisia, secondo il racconto dei quattro superstiti che dicono di essere rimasti per diverse ore in acqua, almeno fino a quando non sono riusciti ad avvicinarsi e a salire su una barca in ferro, senza motore, verosimilmente abbandonata dopo un trasbordo di migranti. Su quella carretta sono rimasti alla deriva, trasportati dalla corrente - stando alle confuse dichiarazioni dei naufraghi - per circa 4 giorni. Ad avvistarli e localizzarli ieri è stato l’assetto aereo Frontex che ha fatto scattare i soccorsi. La capitaneria di porto italiana ha attivato la Guardia costiera libica, perché il natante con i 4 sopravvissuti nel frattempo era finito al largo della Libia, ma nessuno è intervenuto. Le motovedette italiane si sono dunque spostate fino al largo delle acque di Zuwara dove i quattro erano stati soccorsi dalla nave bulk carrier Rimona e dove sono stati trasbordati sulla motovedetta Cp327 della guardia costiera.

Il barchino era senza motore

Il barchino sul quale si trovavano i 4 migranti che sono sopravvissuti, era senza il motore quando è stato soccorso dalla motonave Rimona. L’imbarcazione in ferro è stata avvistata e ripresa da Seabird, l’aero da ricognizione da Sea Watch. E secondo la Ong i migranti avrebbero raccontato di essere le uniche persone con un salvagente che erano a bordo del barchino poi naufragato. Rimasti in acqua, avrebbero poi trovato un’altra barca vuota, quella in ferro che è poi quella che è stata soccorsa. Un racconto su cui le autorità italiane non hanno alcuna conferma.

La Procura di Agrigento apre un'inchiesta

È per favoreggiamento dell’immigrazione clandestina e morte quale conseguenza di altro reato che il procuratore capo, facente funzioni, di Agrigento, Salvatore Vella, ha aperto, a carico di ignoti, un fascicolo d’inchiesta sull’ennesima tragedia verificatasi verosimilmente in acque Sar tunisine. I quattro naufraghi, fra cui una donna, arrivati all’hotspot di Lampedusa sono fortemente provati e sotto choc. Nelle prossime ore verranno ascoltati, assieme ai mediatori culturali e interpreti, dai poliziotti della squadra mobile della Questura di Agrigento che cercheranno di ricostruire cosa sia effettivamente accaduto e di fare chiarezza su alcuni dettagli che, al momento, sembrano essere assai confusi e contraddittori.

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