Palermo, artigiano di Canicattì muore dopo un mese di calvario: la famiglia presenta una denuncia
Un calvario di un mese, poi il decesso al Policlinico di Palermo. Le cause della morte di Giuseppe Scarano Sardone, artigiano 73enne di Canicattì, nell'Agrigentino, non sono chiare: la moglie ha presentato una denuncia e vuole si faccia luce su quello che è successo. Assistita dall'avvocato Giovanni Salvaggio ha chiesto alla Procura di Palermo il sequestro delle cartelle cliniche e della salma per effettuare l'autopsia. Scarano è morto il 3 agosto, durante il secondo ricovero nell'ospedale del capoluogo. Era stato trasferito nella struttura il 16 luglio, due giorni dopo le dimissioni. I primi di luglio era infatti stato ricoverato per essere operato alla tiroide e per la sostituzione della valvola aortica. "Quando è tornato a casa le sue condizioni sono immediatamente peggiorate - spiega l'avvocato Salvaggio - eppure i medici avevano riferito alla moglie che l'intervento era andato bene e che tutto procedeva regolarmente. Aveva la febbre altissima, vuoti di memoria, era senza forze, molto abbattuto. E' subito stato contattato il policlinico di Palermo, da cui hanno consigliato un classico antibiotico per un presunto malanno provocato dall'aria condizionata o dal ventilatore, ma entrambi a casa di Scarano non erano stati utilizzati per tutelare le sue condizioni di salute dopo l'intervento. Dopo qualche ora il dietrofront: sono stati chiesti degli esami per verificare la presenza di una eventuale infezione". Ma la situazione è peggiorata e la famiglia del 73enne ha deciso di portarlo all'ospedale di Canicattì. Qui i medici hanno effettuato le analisi che hanno evidenziato un'infezione al fegato. "A quel punto - continua il legale - Scarano è stato trasferito nuovamente nella struttura di Palermo, dove hanno confermato un'infezione da stafilococco aureo. Da allora un lungo calvario e il decesso su cui si dovrà fare chiarezza". Una vicenda tragica che ha gettato nello sconforto tutto il paese. Scarano era un corniciaio molto conosciuto a Canicattì, con uno storico negozio nel centro della cittadina, proprio di fronte al comune. Lascia la moglie e due figli. Il 25 luglio scorso al Policlinico di Palermo è morta Cinzia Guerrera, 40 anni, operata per la rimozione di un tumore benigno. I familiari hanno presentato un esposto e la procura ha aperto un fascicolo per omicidio colposo, disponendo l'autopsia e accertamenti sull'impianto di filtrazione dell'aria. La denuncia è stata presentata dal marito della vittima ipotizzando che il decesso, anche in questo caso, fosse collegato a un batterio con cui sarebbe entrata in contatto in ospedale.