Il sindacato Uilpa vigili del fuoco è pronto a dichiarare, a livello provinciale, lo stato di agitazione se non arriveranno risposte sulla richiesta indagine epidemiologica per l’alto numero di casi di tumori e malattie vascolari che interessa il personale in servizio o in pensione dei vigili del fuoco di Lampedusa.
Lo scorso luglio, segnalando più di 12 decessi di vigili del fuoco, che prestano o hanno prestato servizio al distaccamento di Lampedusa, dal 1986 e l’alto indice di tumori e malattie cardiache il segretario provinciale Uilpa vigili del fuoco Antonio Di Malta aveva scritto al prefetto di Agrigento, Maria Cocciufa, al capo dipartimento, Laura Lega, al capo del corpo, Giulio Parisi, e all’ufficio di coordinamento delle attività sanitaria e di medicina legale.
«Dal 1986 al 1998, a circa 400 metri dall’attuale sede di servizio aeroportuale vigili del fuoco di Lampedusa, era attivo un radar installato dopo l’attacco missilistico libico del 1986 - aveva segnalato Di Malta - . Nel periodo in cui era operativo il radar, si assisteva a un elevato numero di eventi anomali: interruzioni telefoniche, improvvisi blackout televisivi. In quel periodo, il personale accusava, spesso, forti emicranie, scomparsi quando il radar è stato smantellato».
La Uilpa vigili del fuoco aveva chiesto «di mettere in atto verifiche medico-amministrative attraverso un’indagine epidemiologica». Ma a quella richiesta non è mai arrivata nessuna risposta.
«Siamo rammaricati e increduli per il silenzio dell’amministrazione in merito ad un problema che sta creando grande preoccupazione - ha scritto oggi Di Malta - . È dello scorso febbraio il decesso, per arresto cardiaco, di un collega 41enne per anni in servizio a Lampedusa e abbiamo notizia di un altro caso oncologico in corso. In mancanza di risposte sulla richiesta indagine epidemiologica, attueremo - conclude il segretario provinciale della Uilpa vigili del fuoco - iniziative di lotta per la tutela della salute del personale».
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