È dall’analisi dei tabulati - concentrandosi sulla fascia delle ore 14 di sabato 11 marzo - che hanno preso il via le indagini della Squadra Mobile di Agrigento sulla telefonata minatoria ricevuta dall’avvocato Calogero Montante di Canicattì. La chiamata è arrivata, alle 14,02, sul telefono cellulare del legale, una utenza che è collegata, in deviazione di chiamata, con quella dello studio legale di Canicattì.
L’avvocato Montante, mercoledì scorso, è stato nominato, nel foro di Caltanissetta, difensore d’ufficio di Matteo Messina Denaro. Si tratta del processo d’appello sui mandanti delle stragi di Capaci e via D’Amelio, in corso a Caltanissetta, dove il boss è imputato. Un procedimento per il quale è stato già condannato all’ergastolo in primo grado, quando era ancora latitante. Il legale ha evidenziato «l’inopportunità di svolgere l’attività difensiva perché quattro anni prima aveva svolto le funzioni di vice procuratore onorario presso la Procura di Palermo e perché aveva, in passato, difeso Vincenzo Scarantino nel procedimento penale Borsellino quater che è pendente innanzi la Corte d’Assise di Caltanissetta» - ha ricostruito lo stesso avvocato Calogero Montante all’atto della presentazione della denuncia, a carico di ignoti, al commissariato di polizia di Canicattì. Sabato, alle ore 14,02, la telefonata anonima. L’uomo, dall’altra parte della cornetta, ha più volte ha affermato: «Perché non hai difeso Matteo?». Il legale ha subito chiesto con chi stesse parlando e l’interlocutore ha risposto: «Nun ti preoccupari».
Ieri, il legale di Canicattì si è presentato al commissariato della sua città ed ha presentato una denuncia. La polizia ha avviato le indagini: verranno acquisiti i tabulati telefonici della compagnia Wind Tre e verranno analizzati concentrandosi sulla fascia oraria in cui è stata fatta la telefonata.
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