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Coniugi di Canicattì accusati del tentato omicidio della loro bambina

Disposta anche la sospensione della potestà genitoriale

Salvatore Vella, procuratore di Agrigento

Tentato omicidio, lesioni e maltrattamenti in famiglia. È per queste ipotesi di reato che è stata disposta, dal gip del tribunale di Agrigento su richiesta del procuratore reggente Salvatore Vella e dal pm Gloria Andreoli, la misura cautelare interdittiva della sospensione della responsabilità genitoriale delle figlie minori. Una misura notificata, dai poliziotti della Squadra Mobile, a due giovani coniugi gravemente indiziati, in concorso tra loro. La Mobile, che è diretta da Giovanni Minardi, ha anche notificato al padre delle minori, il divieto di avvicinamento alle figlie, il divieto di dimora ad Agrigento ed Aragona e l’obbligo di presentazione per due volte la settimana.

La misura cautelare trae origine da un’indagine della Squadra Mobile dopo che ad una neonata di 6 mesi vennero riscontrate lesioni. Alla piccina, accompagnata dai familiari all’ospedale «Barone Lombardo» di Canicattì per un episodio sincopale post vomito, i medici riscontrarono una serie di ecchimosi e traumi sul pube e alla testa, nonché un’emorragia cerebrale che comportò l’immediato trasferimento della piccola al Policlinico di Messina dove è stata ricoverata in Rianimazione pediatrica.

«Le indagini, supportate anche da attività tecniche, hanno permesso di svelare i gravi indizi di colpevolezza a carico dei due coniugi che, venendo meno ai loro obblighi genitoriali, avrebbero fatto - ha ricostruito la Questura - in maniera sistematica una serie di atti di maltrattamenti nei confronti della neonata».

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