Un barchino di 6 metri è affondato ieri sera nelle acque antistanti a Lampedusa. Trentadue migranti, fra cui 3 donne, sono stati salvati dalla motovedetta Cp327 della Guardia Costiera. Vi sono però quattro dispersi, fra cui due bambini di 6 mesi e 6 anni i cui genitori sono sbarcati - insieme agli altri 30 migrati - a Lampedusa. Gli altri due di cui non si hanno più notizie sono due uomini.
Dall'alba quattro sbarchi e 144 migranti approdati
Quattro sbarchi, con un totale di 144 persone, si sono registrati, a partire dall’alba, a Lampedusa. Sui diversi barchini, intercettati nelle acque antistanti alle isole Pelagie, c’erano gruppi di 33, 35, 33 e 43 migranti, fra cui 22 minorenni. Tutti - originari di Guinea, Mali, Burkina Faso, Camerun, Costa d’Avorio e Senegal - hanno dichiarato di essere partiti da Sfax in Tunisia. Ieri, a Lampedusa, si erano registrati 5 sbarchi con un totale di 202 migranti, fra cui i 32 salvati dopo che il barchino di ferro di 6 metri sul quale viaggiavano è colato a picco. All’hotspot di contrada Imbriacola, dove fino a sabato c’erano 76 persone, adesso ci sono oltre 400 ospiti.
Altre 103 persone salvate al largo della Libia
Un’operazione di soccorso è stata condotta dalla Humanity 1 e dalla Louise Michel in acque internazionali al largo della Libia: 103 persone sono state recuperate a bordo. Durante l’intervento, informano le ong, le navi umanitarie sono state «assaltate verbalmente» dall’equipaggio - armato con una mitragliatrice - di una motovedetta libica arrivata sul posto. In aiuto ad un gommone in difficoltà è arrivate la Louise Michel, che ha informato la Humanity 1, imbarcazione più capiente. Quest’ultima ha preso a bordo i naufraghi: alcuni soffrivano di ipotermia; tra di loro bambini piccoli e a una donna incinta. Un’ostetrica è stata in grado di fornire loro le cure di emergenza necessarie. «I centri di coordinamento dei soccorsi competenti, compresi quelli di Malta e dell’Italia - spiega Sos Humanity - sono stati informati dell’imbarcazione in difficoltà, dell’avvio delle operazioni di soccorso e delle ragioni della necessità di prendersi cura dei sopravvissuti a bordo di Humanity 1, e sono stati invitati al coordinamento da telefono e posta elettronica. Tuttavia, le autorità competenti non hanno adempiuto al loro dovere di coordinamento».