Si è tornati a temere il peggio. Per qualche ora, nella tarda serata di venerdì, dopo che è stato ripescato a 4 miglia da Capo Ponente un secondo cadavere, s’è temuto che il mare, tanto durante la notte quanto durante la giornata di ieri, potesse restituire altri corpi senza vita. Le motovedette di guardia di finanza, Capitaneria di porto e carabinieri dall’alba di ieri hanno scandagliato tutte le acque antistanti a Lampedusa e, per fortuna, non sono stati trovati altri resti umani. L’ipotesi che sembra essere privilegiata dalla Procura di Agrigento, che si sta occupando di coordinare il fascicolo d’inchiesta, è che qualche tragedia, di cui nessuno ha saputo nulla, sia avvenuta lontano da Lampedusa. Nei giorni scorsi soffiava vento da Sud e dunque è possibile che i cadaveri - dopo un naufragio in acque tunisine, libiche o del Canale di Sicilia - siano stati trascinati verso le acque territoriali italiane dalle correnti. Le salme recuperate al largo di Lampedusa dovrebbero - stando allo stato di decomposizione - essere rimaste in acqua per almeno 5 giorni. E da nessun fronte vi sono notizie di naufragi risalenti a quattro, cinque o sei giorni addietro. Il secondo cadavere, quello di un uomo, ripescato dalla guardia di finanza – dopo che venerdì, in mattinata, i carabinieri avevano issato a bordo della loro motovedetta la prima salma – è stato ritrovato in acqua a pancia in giù, indossava soltanto gli slip e un giubbotto di salvataggio.