Agrigento

Sabato 23 Novembre 2024

Migranti, arrivati a Porto Empedocle i primi 600 trasferiti da Lampedusa

Rifiuti all'hotspot di Lampedusa

La nave San Marco della Marina militare, con 600 dei migranti trasferiti dall’hotspot di Lampedusa, è arrivata alle 6.30 in rada di Porto Empedocle (Agrigento). A piccoli gruppi, i migranti vengono trasbordati sulle motovedette che fanno la spola da molo Todaro. Le persone vengono poi accompagnate nella nuova tensostruttura inaugurata a fine maggio scorso. Ultimate le operazioni la San Marco ripartirà per Lampedusa dove dovrà imbarcare altre 600 persone. Al momento, all’hotspot sono presenti 1.183 ospiti, a fronte dei 350 posti disponibili. Circa 150 migranti - tunisini per la maggior parte - sono stati caricati su un autobus e portati in piazzale Ugo La Malfa ad Agrigento. Si tratta di migranti che hanno l’ordine del questore di lasciare il territorio italiano entro 5 giorni. Gruppi che, di fatto, in questi minuti, si spostano verso la stazione ferroviaria centrale, alla ricerca di treni per il Nord. Tutti gli altri, ossia 450 persone, verranno invece dislocati - secondo un piano di smistamento varato dalla Prefettura - nei vari Cas siciliani e della penisola. Intanto, esplode la polemica. A un convegno dedicato alle migrazioni, ai diritti e alla solidarietà, nell’ambito di Lampedus'amore - Premio giornalistico internazionale Cristiana Matano che si chiude oggi a Lampedusa con la consegna dei riconoscimenti ai migliori reportage, c’è stato un botta e risposta tra la vicepresidente del Parlamento europeo Pina Picierno (Pd) e l’europarlamentare Annalisa Tardino (Lega). La leghista ha parlato di «condizioni disumane e di fallimento della gestione dell’accoglienza». Picierno ha replicato che «fare propaganda non aiuta a sostenere il processo di riforme che può discendere dal modello di ripartizione messo in atto con i profughi ucraini». Un modello da replicare, a suo dire, anche «nei paesi di confine del Mediterraneo che saranno interessati a nuovi flussi migratori causati dalla guerra e dallo stop al commercio di materie prime alimentari».

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