C’è un primo responsabile per la morte di Nicolas Esposto, il giovane e promettente ballerino originario di San Giovanni Gemini, vittima di un incidente stradale in Arabia Saudita il 17 ottobre del 2021. L’autista ventenne del pick-up che, mentre percorreva le dune alla periferia di Riad, è precipitato in una scarpata uccidendo Esposto, altri due ballerini e un quarto passeggero, è stato condannato ad un anno di reclusione.
Ma, protestano Angela Barno e Salvatore Esposto, genitori del ballerino, «ci sentiamo abbandonati dalla giustizia saudita che finora non ha permesso di conoscere nel dettaglio cosa è successo al nostro Nicolas, chi sono i veri responsabili dell’incidente e se verranno mai perseguiti». Già, perché - come sottolineano gli avvocati della famiglia Esposto, Cinzia ed Antonio Pecoraro e Giuseppina Scrudato - bisogna fare luce sui troppi punti oscuri della vicenda che non fanno onore alla giustizia di un paese che ha una lunga tradizione di amicizia con l’Italia, tanto che – ad esempio – si disputerà a Riad la prossima sfida di calcio della Supercoppa italiana tra Milan e Inter. Nell’incidente, oltre alle quattro vittime, sono rimasti coinvolti altri tre italiani: uno ha riportato lesioni gravi, due rimasero illesi.
Ma cosa è accaduto quel giorno di ottobre? I ballerini Esposto, Antonio Caggianelli e Giampiero Giarri erano con la compagnia di danza che doveva esibirsi alla Opening Parade della «Riyadh Season 2021». Sabato 16 doveva essere giorno di prove, ma un cambio di programma fatale liberò tutti dall’incombenza lavorativa: così il gruppo ha deciso di concedersi un’escursione nel deserto. Tramite alcuni contatti sauditi, prenotarono il tour: era previsto l’utilizzo di due mini-autobus. Ma, all’ultimo minuto, uno dei pulmini fu sostituito da un pick-up e i tre ballerini e il quarto passeggero furono costretti a salire sul cassone posteriore scoperto.
Nell’incidente stradale, non per caso, persero la vita. Da quel momento, oltre allo strazio, per i familiari di Esposto una ulteriore sofferenza: non sapere cosa ha provocato il cambio di mezzi, e se è vero - come raccontato a loro da due amici di Nicolas sopravvissuti all’incidente - che il pick-up ha avuto un guasto ai freni, forse perché il veicolo non era stato revisionato. Giuseppe e Luigi, i due ragazzi in gita con Nicolas e la comitiva, non sono stati mai ascoltati dai giudici sauditi, dice l’avvocato Cinzia Pecoraro. E non è stato chiarito a chi faceva capo l’organizzazione del tour, che di fatto non è colpevole di nulla. Ma un altro addebito viene mosso alla giustizia Saudita: del processo a carico dell’autista del pick-up «le famiglie delle vittime non hanno avuto alcuna conoscenza formale. È stato un processo lampo del quale non si conosce nulla se non notizie informali e frammentarie. Si è appreso che nel corso del processo è emerso che il pick-up sul quale viaggiavano i ragazzi era privo della copertura assicurativa e non era stato revisionato», aggiunge l’avvocato Pecoraro.
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