Assoluzione per non avere commesso il fatto: i giudici della terza sezione della Corte di appello di Agrigento, presieduta da Antonio Napoli, hanno ribaltato il verdetto di primo grado e scagionato i quattro imputati condannati inizialmente a un anno di reclusione con l'accusa di avere adescato un anziano medico di Grotte, un centro della provincia agrigentina. Secondo il giudizio di primo grado, avrebbero usato la scusa che una di loro era incinta, per derubarlo del portafogli che conteneva 370 euro. I quattro imputati sono Giuseppe Matina, 51 anni, Amedeo Restivo, 28 anni, Gianluca Stagno, 31 anni e Jenny Ehing, 28 anni.
I fatti risalgono a quasi undici anni fa, 13 giugno del 2011. Ehing, secondo la ricostruzione dell'episodio che non ha retto al vaglio del processo d'appello, con una scusa avrebbe chiesto di entrare in casa dell'anziano medico. «La prego, mi aiuti. Sto male e sono incinta, ho bisogno di un medico». In realtà si sarebbe trattato di un pretesto per fare entrare anche gli altri complici che, una volta all'interno, avrebbero chiesto di andare in bagno e rubato il portafogli dell’anziano medico che conteneva 370 euro. I difensori (gli avvocati Daniele Re, Gianfranco Pilato, Ninni Giardina e Angelo Benvenuto) avevano chiesto l'assoluzione sostenendo che il dibattimento non avesse provato la piena responsabilità degli imputati.
L'assoluzione, negata in primo grado, è arrivata in appello.
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